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Storia a lieto fine a Pisa: paziente operata di tumore al fegato solo grazie alla terza dose di vaccino

Un complesso iter operatorio ha visto l’equipe pisana eseguire due interventi a distanza di 8 giorni l’uno dall’altro con una procedura innovativa e unica in Italia. Tra i due interventi la paziente ha dovuto affrontare la quarantena Covid

Una storia a lieto fine ha visto protagonista una giovane paziente ligure operata in due tempi all’ospedale di Pisa con un intervento chirurgico al fegato mai eseguito prima nel mondo, solo grazie alla terza dose di vaccino anti-Covid.

La donna, infatti, lo scorso febbraio, spiega l’Aoup, aveva subito un intervento particolarmente difficile per rimuovere in un’unica procedura 20 metastasi da neoplasia del colon-retto distribuite a tutto il fegato. Dopo sei mesi la malattia si è ripresentata coinvolgendo la via biliare e la vena porta.

Questa volta però era impossibile rimuovere chirurgicamente il tumore perché il volume del fegato residuo (il lobo epatico sinistro) sarebbe stato inferiore al 20%, quindi incompatibile con la vita, a causa dell’insufficienza epatica che si sarebbe verificata dopo l’intervento.

Per questo l’equipe medica pisana ha preso in considerazione le innovative tecniche di radiologia interventistica utilizzate in Aoup da Alessandro Lunardi, decidendo di operare la paziente in due tempi.

Ma il rischio di insufficienza epatica è stato giudicato comunque troppo alto per un fegato già operato, sottoposto a multipli cicli di chemioterapia e con un volume di partenza veramente molto piccolo.

Così Roberto Moretto, oncologo di riferimento della paziente, ha portato il caso in discussione all’interno del Gruppo multidisciplinare della Chirurgia epatica del risparmio d’organo, dove si è giunti alla conclusione che l’unica possibilità fosse ricorrere a un intervento molto rischioso ma l’unico in grado di assicurare la maggiore crescita possibile del volume del fegato residuo.

“Si tratta – sottolinea l’Aoup – di una chirurgia che prevede due interventi a distanza di 8 giorni l’uno dall’altro: nel primo si divide il fegato in due parti, nel secondo si rimuove la parte con la malattia rimasta in sede per ‘aiutare’ la parte sana a rigenerare e crescere. Una tecnica chirurgica descritta nel 2012 ma ancora mai applicata per trattare una ripresa di malattia dopo aver già rimosso 20 metastasi distribuite a tutto il fegato”.

Il primo tempo chirurgico è stato eseguito a ottobre: il fegato è stato diviso in due parti e contemporaneamente sono state ricostruite la vena porta e la via biliare.

Otto giorni dopo, il secondo tempo per rimuovere la parte di fegato malata e lasciare la piccola parte sana cresciuta fino a un volume compatibile con la vita.

Ma tra i due tempi la giovane paziente ligure ha dovuto affrontare la quarantena Covid, perché la sua vicina di letto era risultata positiva e solo il fatto che avesse ricevuto la terza dose di vaccino il mese prima ha permesso di completare il trattamento.

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