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Storie di ordinaria solidarietà. Il Covid non ferma il volontario toscano

Potrebbero esserci centinaia o migliaia di storie da raccontare. Perché la Toscana è così, solidale e coesa. Per la Giornata internazionale del volontariato ecco tre narrazioni che lo dimostrano

Formazione dei volontari alla Croce Verde di Lucca - © Croce Verde Lucca

La Toscana è una regione operosa, solidale, coesa, attiva e, nonostante tutto, perfino carica di speranza. A incarnare questi valori sono soprattutto loro, i volontari. Per capire la dimensione e la portata del loro impegno, in occasione della 35esima Giornata internazionale del volontariato proponiamo quindi una selezione di storie. Narrazioni, racconti e testimonianze che, grazie al lavoro di Cesvot, possono essere condivise, comprese e, ci auguriamo, prese ad esempio.

La “Casa della donna” di Pisa

“Nel periodo iniziale della pandemia abbiamo mantenuto aperte le attività del centro antiviolenza e la casa rifugio. Per le donne è stato un anno difficile” spiega Carla Pochini, presidente della Casa della donna di Pisa. La struttura ha ricevuto un numero “record” di telefonate: ben 1.296 da un totale di 409 donne e 312 di loro hanno contattato il Telefono Donna (050 561628) per la prima volta. Oltre la metà di loro ha chiamato nel post lockdown, con un picco significativo tra giugno e luglio. Per molte, la fine dell’isolamento domestico ha segnato la spinta fondamentale per reagire e trovare la forza di chiedere aiuto dopo gli abusi subiti. Operatrici e volontarie hanno portato avanti un lavoro incessante, coordinandosi anche in remoto, adeguando le modalità di lavoro alle necessità sanitarie emerse. Tra le tante attività della Casa alcune a malincuore sono state fermate in presenza, come il nostro corso di italiano per donne straniere, occasione importante di relazione e di supporto” spiega Pochini. “Sono stati mesi impegnativi, ma abbiamo resistito con forza insieme alle tante donne che non devono essere lasciate sole. Abbiamo delle volontarie appassionate, penso anche al grande lavoro delle ragazze del servizio civile, delle difficoltà per molte di non poterci raggiungere fisicamente da un altro comune, ma anche della capacità di adattamento e risposta mostrata”. La Casa della donna è un’associazione femminista e di promozione sociale, senza scopo di lucro, fondata a Pisa nel 1996 ma attiva nella sede di via Galli Tassi fin dal 1990. Alla Casa sono attivi un centro antiviolenza (con casa rifugio) e una biblioteca di genere e nove gruppi di lavoro. Tante le attività, dai corsi di formazione agli incontri nelle scuole, dai laboratori alle iniziative che promuovano i diritti e le libertà delle donne, l’educazione alle differenze, la lotta alla violenza sulle donne e alle discriminazioni di genere.

Fondazione Italiana di Leniterapia

“Forniamo alle famiglie una serie di ausili sanitari che possono rendersi necessari durante il percorso domiciliare di cure palliative”

“Dalla prima fase Covid i volontari non hanno più avuto accesso agli hospice e questo ci ha portato a riformulare e ripensare le loro attività supportando la forte volontà di continuare a svolgere la propria azione di accoglienza e supporto dei malati terminali e delle loro famiglie” spiega Mariella Orsi, responsabile formazione volontari, coordinatrice del comitato scientifico e volontaria di File – Fondazione Italiana di Leniterapia, che ha sede a Firenze e si prende cura del malato cronico in fase avanzata o terminale, supportando anche la sua famiglia nel percorso di malattia e nella difficile fase successiva alla perdita. “Una delle attività fondamentali in cui sono stati coinvolti i volontari è stata quella della consegna e del ritiro di farmaci e ausili sanitari a domicilio” prosegue Orsi. “In pratica, si tratta di fornire alle famiglie una serie di ausili sanitari che possono rendersi necessari durante il percorso domiciliare di cure palliative, anche perché la condizione della persona malata cambia continuamente e servono sempre farmaci nuovi e diversi fino alla fine dell’assistenza. Così, in attesa di poter tornare a svolgere il proprio servizio a pieno regime, i volontari di File si sono reinventati per riuscire comunque a far sentire la propria presenza”. Attualmente File ha più di 100 volontari sul territorio e continua a fare formazione ogni due mesi con le modalità del webinar. Tanti volontari sono attualmente coinvolti anche nella gestione dell’e-shop di Natale con la campagna “Panettone per file” con cui viene sostenuto il servizio di cure palliative.

Croce Verde di Lucca

“La Croce Verde di Lucca è un’organizzazione di volontariato con una forte vocazione relazionale. Con il Covid questo aspetto è mancato ed è l’aspetto di cui più abbiamo risentito come volontari” racconta Elisa Ricci, volontaria e presidente della Croce Verde di Lucca. “Le attività svolte durante la pandemia sono state tantissime, sia nella prima fase sia nella seconda come la consegna della spesa, dei farmaci, il supporto telefonico psicologico svolto in collaborazione con la Protezione Civile comunale, la consegna delle mascherine, il trasporto in ambulanza e tanto altro”. Nella Carta dei valori dell’organizzazione si legge che per il volontario della Croce Verde aiutare gli altri è un dovere, farlo bene è la priorità. Dal 1893, i volontari della Croce Verde Pubblica assistenza di Lucca si impegnano per migliorare la qualità della vita delle comunità. “All’emergenza sanitaria è poi subentrata quella sociale” prosegue Ricci. “Per i volontari attivarsi per fronteggiarla è diventata attività quotidiana e ininterrotta fino a oggi. Durante il lockdown di marzo e aprile sono stati consegnati pacchi alimentari al domicilio delle famiglie che ne facevano richiesta, poi l’attività è proseguita con modalità ordinarie presso la sede della Croce Verde. Oggi il quadro è mutato: allo slancio primaverile è seguita una stanchezza fisica ed emotiva. A ciò si aggiunge l’assenza di certezza sul futuro che non aiuta. L’unica consolazione è rappresentata dal fatto che ora ci sono i protocolli. Seguendoli, i volontari sanno che la sicurezza è garantita. In questo periodo anche l’organizzazione del tradizionale pranzo di Natale per le persone sole o in difficoltà è un problema. Un appuntamento atteso da molti che non sarà possibile fare in presenza, ma al quale nessuno in associazione è disposto a rinunciarvi a cuor leggero”.

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