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Strage Georgofili: la teca con ‘Quarto Savona 15’ esposta agli Uffizi

Mazzeo: “L’auto della scorta di Falcone simbolo della lotta contro la mafia”. Riconoscimento consegnato a Tina Montinaro

La Quarto Savona Quindici esposta agli Uffizi per i 30 anni della strage dei Georgofili

I resti della ‘Quarto Savona 15’, quel che rimane della Fiat Croma su cui si stava spostando la scorta del giudice Giovanni Falcone nel momento dell’attentato di Capaci, il 23 maggio 1992 è esposta davanti agli Uffizi. Il Consiglio regionale della Toscana si raccoglie per sottolineare il legame fra le stragi che colpirono l’Italia nell’arco di un anno, tra il 1992 e il 1993.

Nel piazzale degli Uffizi, con il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo, c’è Tina Montinaro, presidente dell’associazione ‘Quarto Savona 15’: è la vedova di Antonio Montinaro, capo scorta che fu ucciso quel giorno insieme a Giovanni FalconeFrancesca Morvillo e agli altri agenti Vito Schifani e Rocco Dicillo. Ci sono le autorità, il questore della provincia di Firenze, Maurizio Auriemma, i giovani del Parlamento degli studenti per un momento di raccoglimento. Il trombettiere esegue il silenzio di ordinanza.

La Quarto Savona Quindici esposta agli Uffizi per i 30 anni della strage dei Georgofili

La porto in tutta Italia per dimostrare che non hanno vinto loro – dice Tina Montinaro, che è presidente dell’associazione ‘Quarto Savona 15’ –. La vedo tutti i giorni, ma non posso mai soffermarmi a guardarla attentamente. Per me questa è la tomba di mio marito, lì dentro non ci sono solo i resti di quella macchina, ma ci sono i resti di mio marito, di Vito e di Rocco”.

Per il questore Auriemma, “è il sacrario della Polizia di Stato”. Il presidente Mazzeo raccomanda ai ragazzi di “venire a vederla. In questa teca c’è un pezzo della libertà del nostro Paese”.

L’omaggio alle vittime dei Georgofili

La delegazione si è poi spostata in via dei Georgofili, davanti all’albero della pace per la deposizione di una corona di fiori e un momento di raccoglimento, e poi davanti alla targa con la poesia di Nadia Nencioni che ricorda le vittime della strage.

In quel momento, hanno preso parte alla commemorazione anche il presidente dell’Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini, e Leoluca Orlando, che, trovandosi a Firenze e venuto a conoscenza dell’iniziativa, ha voluto essere presente, ha salutato Tina Montinaro e il presidente Mazzeo.

L’omaggio alle vittime della strage dei Georgofili

Il Consiglio regionale ha organizzato questa iniziativa in collaborazione con la questura di Firenze e l’associazione ‘Quarto Savona 15’, nell’ambito della programmazione delle celebrazioni del trentennale della strage dei Georgofili.

Il messaggio forte che vogliamo rilanciare qui, oggi, è di non essere mai indifferenti e non avere paura – dice Antonio Mazzeo –. Le istituzioni non devono voltarsi dall’altra parte. Inizialmente, abbiamo pensato di mettere la Quarto Savona 15 in Consiglio regionale, poi abbiamo deciso di portarla a pochi metri dal luogo in cui è avvenuta la strage dei Georgofili, perché era giusto renderla il più possibile vicina alla cittadinanza. Ho incontrato un poliziotto che piangeva, fu tra i primi ad accorrere a Capaci il giorno dell’attentato”.

Le iniziative per la legalità

Il presidente ha ricordato le tante iniziative del Consiglio regionale, “abbiamo fatto partire l’Osservatorio sulla legalità, presieduto da don Andrea Bigalli, di Libera. Abbiamo lanciato il progetto ‘Polis’, dedicato alle generazioni più giovani per creare cultura della legalità. La Toscana è questa, terra di diritti, terra di legalità”. La mafia di oggi, prosegue Mazzeo, “è differente, ma c’è. Si insinua nelle difficoltà delle imprese e delle famiglie. Noi dobbiamo tenere alta l’attenzione, lavorare insieme alla magistratura e alle forze dell’ordine per arginarla e sconfiggerla. La Toscana non si è mai voltata dall’altra, vuole stare in prima linea, costruire anticorpi”.

Prima del momento di raccoglimento nel piazzale degli Uffizi, si è tenuto un incontro nella sala del Gonfalone di palazzo del Pegaso, con il presidente Mazzeo, Tina Montinaro e il questore Maurizio Auriemma.

Tina Montinaro, testimone di legalità

Tina Montinaro è stata intervistata da una rappresentanza del Parlamento regionale degli studenti. Il presidente Mazzeo, al termine dell’incontro, ha consegnato una targa del Consiglio regionale ‘a Tina Montinaro, testimone di Legalità’.

L’incontro con Tina Montinaro in Consiglio regionale in occasione dei 30 anni della strage dei Georgofili

Mio marito era un ragazzo giovanissimo che aveva deciso di entrare in polizia a diciotto anni – ha raccontato Tina Montinaro –. Era un poliziotto coraggioso, aveva fatto un giuramento e non aveva fatto un passo indietro. Quando è saltato in aria aveva 29 anni. Con le sue scelte – dice con orgoglio –, fa camminare me i suoi figli a testa alta, ancora oggi”. Sulla scelta di continuare a vivere a Palermo, dove ha cresciuto i suoi figli: “Bisogna restare sui territori, non siamo noi che dobbiamo andare via, tocca ai mafiosi e alle loro famiglie”.

Anche perché, “da quel momento è venuta fuori la coscienza dei siciliani. Bisogna ricordarci sempre che in quell’auto c’erano tre ragazzi, tre sogni, tre famiglie, tre vite spezzate. Mio marito era determinato, innamorato del suo magistrato, ha voluto chiamare uno dei nostri figli col suo nome, Giovanni. ‘Non ho nessuna intenzione di lasciare, sappi che il giorno che accadrà qualcosa, mi verrai a prendere con il cucchiaino’, mi diceva e così è andata. Sta lì la grandezza di questi ragazzi. Mio marito ci ha lasciato un grande orgoglio, onestà, senso del dovere e responsabilità”.

Insieme al Consiglio regionale – dice il questore Maurizio Auriemma – abbiamo voluto ripresentare la Quarto Savona 15 per dire a tutti che abbiamo il dovere di ricordare i nostri caduti, i nostri morti e tutti quelli che si sono sacrificati per affermare la legalità in questo Paese. Ricordandoli, possiamo trasmettere ai nostri figli e ai giovani che è grazie a loro se oggi viviamo in un Paese libero e democratico”.

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