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Tornano a splendere grazie al restauro le lunette del Chiostro Grande di Santa Maria Novella

L’ambiente favorevole alle correnti e flussi di aria e polveri ha fatto sì che le superfici pittoriche siano state particolarmente propense all'accumulo di sostanze inquinanti che sono penetrate dentro le pitture

Giunge finalmente al termine il restauro delle sei lunette contenute nel lato est del Chiostro grande di Santa Maria Novella, inclusi i cinque ritratti di monaci domenicani situati nella volta a crociera sotto i capitelli presenti tra le lunette, e la prima lunetta d’angolo del lato sud, tutte opere pesantemente danneggiate durante l’alluvione del 1966.

Il restauro

L’alluvione di Firenze nel 1966 causò danni notevoli di conservazione alle pitture: per cercare di salvarle, queste sono state sottoposte al distacco dalla parete originaria, alla successiva riadesione ad un nuovo supporto e alla ricollocazione in loco. I tagli per la rimozione sono ancora visibili e tutte le scene sono abbastanza impoverite di materia a causa dell’operazione di strappo anche se è probabile che senza questo tipo di intervento le lunette sarebbero pervenute a noi in condizioni molto peggiori.

Nel corso degli anni l’ambiente favorevole alle correnti e flussi di aria e polveri ha fatto sì che le superfici pittoriche siano state particolarmente propense all’accumulo di sostanze inquinanti che sono penetrate dentro le pitture con conseguente perdita di colore e stuccature incoerenti e malmesse diffuse. Come spesso succede per gli affreschi staccati, si possono notare delle macchie scure che sono dovute alla colla animate non rimossa completamente sulla superficie pittorica che ha causato un attacco di microorganismi.

L’intervento di restauro ha previsto il consolidamento della superficie pittorica, la pulitura dai depositi di sporco, inquinanti e materiali incoerenti, la rimozione delle vecchie stuccature e l’applicazione di nuove contro fessurazioni e cadute di intonaco. L’intervento è stato completato dal posizionamento di un nuovo impianto illuminotecnico realizzato da Enel X.

I promotori

Il progetto è stato interamente finanziato dalla società Rigoni di Asiago accompagnata da Fondaco srl, società nel settore della consulenza e strategia nella comunicazione associata al recupero e al restauro di opere d’arte e dei beni culturali. L’intervento rientra nel progetto Florence I Care, che dal 2011 il Comune di Firenze porta avanti con successo e che consiste nella ricerca di sponsor per finanziare interventi di restauro su beni culturali cittadini.

“Il complesso di Santa Maria Novella – ha sottolineato l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – è al centro da alcuni anni di un vasto progetto di valorizzazione e recupero di spazi da destinare in primo luogo all’ampliamento museale, non a caso è qui che nascerà il nuovo museo della lingua italiana. Oggi riportiamo all’antico splendore queste lunette del Chiostro Grande, un lavoro certosino per il quale ringraziamo Rigoni di Asiago che ha creduto nel restauro e che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale. Anche se i nostri musei sono in questo momento chiusi non cessiamo di lavorare per la loro cura e la loro tutela, in attesa di tornare ad accogliere di nuovo quanto prima e in sicurezza i visitatori”.

Il Chiostro di Santa Maria Novella

II Chiostro grande, edificato dal 1340 al 1360, fa parte del convento di Santa Maria Novella ed è il più grande chiostro della città. Negli anni 1562-1592 l’architetto Giulio Parigi, su committenza di Eleonora da Toledo, moglie del Granduca Cosimo I, procedette alla decorazione ad affresco commissionando i lavori a vari artisti dell’epoca come Bernardino Poccetti, Santi di Tito, Ludovico Cigoli e Alessandro Allori. Nel secolo XVIII il Chiostro venne risistemato per quanto riguarda gli elementi lapidei e alcune lunette rimaste vuote vennero dipinte. Il ciclo di affreschi, che si dispiega in 52 lunette, è considerato uno degli esempi più rappresentativi della pittura della Controriforma per l’ampiezza, il programma iconografico e la chiarezza didascalica delle storie. Riguarda la vita di San Domenico e altri santi domenicani. Nelle campate angolari sono raffigurate scene della vita di Cristo. Dal 1920 il Chiostro faceva parte della scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri ma recentemente, nel 2016, è passato a far parte del Museo di Santa Maria Novella.

 

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