Viaggi/

Quale estate? Senza “un centro di gravità permanente”

La nostra lettura sotto Ferragosto. Nuovo protagonismo dei borghi e delle periferie. Turismo diffuso, policentrico, di prossimità e non solo. Una risposta possibile: turisti e residenti insieme. Perché viaggiare è vivere

Castelnuovo Val di Cecina - © sladkozaponi per Shutterstock

Non occorrono giri di parole: è una estate diversa, insolita, per certi versi indecifrabile, in via di definizione. È l’estate del covid, degli effetti globali della pandemia sul turismo e sull’economia. È l’estate dell’attesa di qualcosa che arriverà, con un peso a volte che appare incombente: una possibile seconda ondata virulenta? Una ripresa finalmente oltre la crisi? Un nuovo modo di vivere e lavorare?

Non potevamo, quindi, non aprire la nostra nuova homepage – in questo giorno di battesimo per un intoscana totalmente rinnovato – senza una lettura di questa precisa fase storica a ridosso di Ferragosto. Nella nostra Toscana. Un tentativo di cogliere tendenze, fenomeni sociali, le tessere di un mosaico in via di composizione, con un potenziale tasso di errore dato dallo scorrere veloce degli eventi e dalla difficoltà a fissare in una immagine una realtà a geometria variabile.

L’estate del turismo di prossimità

È l’estate del turismo di prossimità, di vicinanza, di comunità in cui i flussi degli stranieri sono stati sostituiti dagli spostamenti interni, regionali e interregionali. È l’estate in cui 2 italiani su 3 (Fonte Coldiretti) – per sfuggire al rischio sovraffollamento – scelgono i borghi o le cosiddette (sbagliato definirle così) località minori alla scoperta di prodotti e tradizioni meno conosciuti. È il protagonismo dei comuni più piccoli, delle periferie, dei centri urbani animati dai residenti mischiati ai turisti, dei percorsi più autentici, capaci però di offrire – soprattutto in Toscana – un mix di patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico di assoluto valore.

È l’estate – altra faccia ovviamente della stessa medaglia – delle difficoltà in cui incorrono le mete più note, le destinazioni più conosciute, appannate però anche da modelli di accoglienza e vissuto turistico che vanno profondamente ripensati. È l’estate, infine, del cosiddetto “long stay”, dei soggiorni più lunghi in cui il piacere della visita può unirsi ai vantaggi dello smart working, specialmente nelle aree interne o sulla costa che offrono anche benefici economici non indifferenti.

Piccoli borghi, ma la strada è ancora tortuosa

Secondo i più recenti dati Istat, in Italia, i centri sotto i 5mila abitanti sono il 70% del totale (5.498), ma vi vivono solo il 16% degli italiani, pari a 9,8 milioni di abitanti, pur rappresentando il 54% dell’intera superficie nazionale. In molte regioni il territorio coperto dai borghi arriva anche al 70%. La Toscana ha poco più di 200 comuni al di sotto dei 10mila abitanti. Circa la metà addirittura sotto i 5000. Poco meno di 128.000 persone risiedono in realtà municipali inferiori ai 3000 abitanti e 10mila cittadini toscani vivono nei piccolissimi comuni che non superano i 1000 abitanti.

Certo, non bisogna nemmeno esaltare acriticamente la “filosofia dei piccoli borghi” e ricordarsi i problemi dello spopolamento, dei servizi che chiudono, delle infrastrutture carenti, del depauperamento produttivo e culturale. Ma alcune risposte sostanziali, pur non risolutive, sono arrivate in questi anni dalla Regione con le cooperative di comunità e con la spinta a orientare ingenti risorse europee verso progetti territoriali, di sostenibilità ambientale, di produzioni agricole, di sistemi di ospitalità diffusa e con il rilancio di attività economiche fortemente connaturate all’autenticità dei luoghi in cui sono inserite.

Toscana: una nuova via italiana al turismo?

Dalle prime stime, come conferma in una bella intervista il direttore di Toscana Promozione Turistica, la Toscana è la seconda destinazione in Italia e la prima al centro-nord per prenotazioni. Segnali incoraggianti, anche se non si può dimenticare – secondo l’ultima analisi Coldiretti/Ixé – che rispetto all’anno scorso i vacanzieri in Italia sono calati del 23%. Dei 24 milioni di persone che si muoveranno quest’estate (una persona su due non andrà in vacanza), l’86% resterà nel nostro Paese e solo il 4,8% andrà all’estero, contro il 26% dell’anno scorso.

La Toscana può proporsi come nuovo modello di sviluppo, come via italiana al turismo: piccoli borghi smart, attenzione al digitale, rispetto dell’ambiente, salvaguardia delle identità, esempio di civiltà.

Continuiamo quindi a vivere questa estate 2020 alla ricerca di luoghi “sicuri”, ma in cui ci percepiamo anche privi – per citare una celebre canzone – di un vero e proprio “centro di gravità permanente”. Fluttuanti e incerti. Proiettati, purtroppo sì, verso un autunno caldo, non certo per le temperature estive che negli ultimi anni lo hanno accompagnato.

I più popolari su intoscana