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Dalla Toscana alla Silicon Valley, ecco 10 startup innovative

Cibo, viaggi, robotica, finanza. Le idee, quando sono buone e innovative, non hanno confini. L’acceleratore d’imprese Digital-Hub ha messo in vetrina dieci startup nel primo “Investor Day” della Toscana. E noi ve le presentiamo tutte

Parlare d’innovazione significa parlare di persone, d’idee, di sostenibilità e soprattutto di futuro. La Toscana questo lo sa bene, tant’è che il valore culturale delle sue università e dei centri di ricerca che qua hanno sede fanno della regione un punto di riferimento nazionale. Eppure tutte queste competenze non sempre trovano riscontro sul numero di startup presenti sul territorio. Con 667 imprese emergenti, la Toscana è infatti ottava tra tutte le regioni italiane. Una posizione di tutto rispetto che però può essere (anche) migliorata. Anche perché, sia chiaro, le startup sono molte di più, ma non sempre se ne conosce l’esistenza.

Cosa manca, quindi? “Innanzitutto occorre accendere i riflettori sul territorio” spiega Silvia Marchini, responsabile relazioni con le imprese e le startup del Polo tecnologico di Navacchio. “La Toscana ha un’offerta d’innovazione eccellente, ma spesso non c’è aggregazione”. È anche per questo che sono nate iniziative come il primo “Digital-Hub Investor Day”. Nell’auditorium del Polo di Navacchio sono state invitate a presentarsi ben dieci diverse startup, che poi hanno potuto incontrare e parlare con gli investitori.

Gli “investor day” (dopo Navacchio, altri ne seguiranno nei poli tecnologici di Lucca e Pontedera) hanno appunto lo scopo di supportare le startup nella raccolta fondi. Le risorse non sono utili solamente a sostenere in modo generico l’idea d’impresa. “Affinché una startup possa davvero decollare, infatti, occorre investire anche in test e ricerche di mercato” ha spiegato Antonio Procopio, ceo di Digital-Hub.

Ma non è finita qui. A cinque delle startup che hanno partecipato a questa prima giornata promossa da Digital-Hub insieme a molti altri partner è stato inoltre assegnato un premio che, di fatto, rappresenta più che altro una straordinaria opportunità: un biglietto per trascorrere cinque giorni nella Silicon Valley. “Non si tratta di un viaggio di piacere o di una vacanza, ma la possibilità di partecipare al Silicon Valley Global Innovation Summit in programma il prossimo aprile. Là incontreranno decine di potenziali investitore” ha tenuto a chiarire Salvatore Rosania, direttore di Startup Grind di Pisa e Lucca. A volare in California saranno TripForDog, Sciallami, Cocooners, The Big Breath e Proxima Robotics. “Dato che sono tutte meritevoli, cercheremo di portare in Silicon Valley anche le altre startup che si sono presentate a questo primo investor day” ha chiosato infine Rosania. Una dichiarazione che suona come una promessa. Allora proviamo a conoscere meglio le dieci idee innovative che hanno ispirato la nascita di altrettante imprese. I settori più gettonati? Cibo, viaggi e robotica.

1 – TripForDog

Il payoff già dice tutto: la guida turistica a 4 zampe. Di fatto si tratta di un’agenzia turistica per vacanze dog friendly. Chi ha un cane, si sa, desidererebbe portarlo con sé ovunque ma non sempre è possibile. E allora ecco i bautour con esperienze dedicate (e declinate) in base ai luoghi e ai bisogni. Tra le iniziative più innovative ci sono l’assicurazione temporanee per i cani durante i viaggi e un servizio di dog sitting per i padroni che desiderano visitare musei e luoghi di cultura, dagli Uffizi ai Musei Vaticani fino alla Torre di Pisa.

2 – Sciallami

Il logo è ispirato allo shaka, gesto di saluto hawaiano che sono soliti scambiarsi anche i surfisti. Il nome attinge invece al linguaggio giovanile (soprattutto romanesco, ma ormai diffuso un po’ ovunque) che sta a significare “stai tranquillo”. Di cosa parliamo, quindi? Di cibo e della consegna a domicilio, la cui richiesta è eccezionalmente aumentata (soprattutto in fase di pandemia). Non si tratta però di un food delivery qualunque: su questa piattaforma sono raccolti brand e prodotti diversi che possono essere ordinati e consegnati con un’unica spesa di trasporto.

3 – Proxima Robotics

“Vogliamo diventare la Microsoft della robotica”. È quello che dicono i fondatori della startup che fornisce software per i robot. Qual è l’idea? Superare la rigidità di certi programmi che impediscono a chi li usa di poterli riadattare in base alle proprie esigenze. Fornendo il software al produttore del robot, con strumenti facili da usare è possibile adattare le azioni in base alla modifica dell’ambiente di lavoro o a nuove prestazioni richieste. La missione è di diffondere l’uso dei robot nel business e nel quotidiano. Questa esperienza nasce come spin-off del centro di ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa.

4 – Forint Finance

Le criptovalute, queste sconosciute. Ne sentiamo parlare sempre più spesso, ma ci sono elementi che a volte impediscono di muoversi con sicurezza all’interno di questo mondo. Esiste infatti una complessità nell’approccio e nella fruizione, cui si sommano i rischi connessi e la mancanza di trasparenza. Ecco, quest’azienda ha creato un sistema il cui scopo è proprio quello di evitare i rischi e di semplificare l’esperienza nell’ambito del blockchain.

5 – MySpesa

Torniamo al cibo. Anzi, alla freschezza della filiera a km0. Non a caso, appena entriamo sul sito, la prima cosa che ci è richiesta è il cap. “Inserisci il tuo codice di avviamento postale per conoscere la disponibilità dei prodotti”, si legge nel pop-up. Di fatto si torna alla tradizione con la consegna di prodotti freschi del territorio. Per farlo si sfruttano però le opportunità offerte dalla tecnologia: nell’ultimo miglio il prodotto viaggerà su un camioncino multivano refrigerato con vani che possono essere aperti grazie al proprio smartphone. Le consegne? Un algoritmo stabilisce l’ordine. L’algoritmo non prende in considerazione solo le distanze, ma anche il tipo di prodotto in consegna.

6 – The Big Breath

Ecco la startup a vocazione sociale che ha sede al Polo tecnologico di Lucca. Un “grande respiro” che ha come obiettivo quello di sviluppare e valorizzare l’attività della donazione, stimolando l’altruismo. Si è soliti dire che il bene si fa ma non si dice, eppure a ispirare questa startup è proprio il concetto opposto. Chi partecipa è infatti coinvolto direttamente nel processo, ha garanzie sulla destinazione dei soldi donati e può misurare l’impatto etico e sociale di quel gesto, toccando con mano il bene o il servizio erogato. Ora l’obiettivo è coinvolgere ancor di più le aziende che hanno fatto della responsabilità sociale d’impresa la loro mission.

7 – Cocooners

Questa è la prima community di viaggi, ricette, sport, hobby, moda e salute per over 60, che in Italia sono 18 milioni e che rappresenteranno il 40% popolazione nel 2050. Sono proprio loro a detenere il 70% ricchezza nazionale e ad avere una grande capacità di spesa. Eppure – almeno finora – non esisteva un’offerta specifica per loro, cosa che invece accade all’estero. Il nome trae ispirazione dal film cult anni ’80 di Ron Howard. Cocoon, appunto.

8 – Fintechjobs today

Ecco un’altra community, ma stavolta l’obiettivo è differente: cercare i talenti. Ovvero trovare la persona giusta per un determinato lavoro. Lo scopo è quello di creare un ponte digitale che aiuti i professionisti fintech locali altamente qualificati a trovare un lavoro significativo e a sostenere l’ecosistema fintech italiano.

9 – Foodinghy

È il primo food delivery per la nautica. Di fatto il cibo lo consegnano sull’acqua (e sono gli unici a farlo). Un servizio che è iniziato in Liguria e Toscana allo scopo di migliorare l’esperienza dello stare in barca, che è bellissima di per sé. Ma il cibo dovrebbe esserlo altrettanto, eppure non sempre è così. Il food delivery (con gommone) è destinato alle barche che sono in rada e a breve sarà attivata anche la consegna nei porti. Il servizio non si limita alla consegna, ma anche al ritiro dei rifiuti.

10 – YK-Robotics

Tutto nasce nell’ambito del Polo tecnologico di Pontedera. La startup unisce l’esperienza robotica industriale al software. Offre quindi piattaforme flessibili nella gestione, facilmente ri-programmabili (anche da non esperti) e a misura dunque di piccole e medie imprese che si pongono sempre nuovi obiettivi per migliorare e incrementare i ritmi di produzione.

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