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Trapianti: la è Toscana la regione con il più alto tasso di donatori in Italia

400 trapianti in meno nel 2020, un calo legato alla saturazione delle terapie intensive, un tasso di 20,5 donatori per milione di abitanti che riporta l’Italia indietro di 5 anni

Trapianto

La Toscana si conferma la regione con il più alto tasso di donazione (42,6 donatori per milione di abitanti) nel 2020, ma è anche tra quelle che hanno subito il maggiore rallentamento. Lo rileva il report 2020 del Centro nazionale trapianti. Il Rapporto segnala anche, in controtendenza, la crescita di due regioni: il Piemonte, passato da 30,4 a 32,8 donatori per milione, e la Sicilia che, pur con un tasso molto basso (9,2), è l’unica realtà meridionale ad aver migliorato la propria situazione nel 2020.

Nel dettaglio, i trapianti di rene sono stati 1.907 (-10,8%), quelli di fegato 1.201 (-7,8%), mentre i trapianti di polmone sono quelli che hanno avuto il calo più consistente (116, -24,5%); stabili i trapianti di cuore (239, -2,4%) e di pancreas (42, stesso numero dell’anno precedente). La regione che ha effettuato più interventi è la Lombardia (652) seguita da Veneto (557), Piemonte (444) ed Emilia Romagna (391): un risultato “significativo – afferma il Cnt – dato che i sistemi sanitari di queste realtà sono stati colpiti dall’emergenza fin dalla prima ondata”.

L’anno delle “prime volte”

Ma il 2020 è stato anche l’anno delle ‘prime volte’: è stato infatti effettuato il primo trapianto italiano di utero, realizzato a Catania nell’agosto scorso. Non solo: realizzati anche il primo trapianto di polmoni su un paziente Covid effettuato in Europa (a maggio al Policlinico di Milano) ed i primi trapianti al mondo di fegato da donatori a pazienti positivi al coronavirus, avviati grazie a un protocollo varato dal Cnt a dicembre e già arrivati a quota 8.

Un rete che ha retto nella pandemia

La rete italiana dei trapianti ha retto all’urto della pandemia, con una frenata brusca ma contenuta: sono quasi 400 i trapianti in meno nel 2020 (-10% rispetto al 2019), ma i dati complessivi dimostrano una sostanziale tenuta del sistema davanti all’emergenza sanitaria. I trapianti sono stati 3.441, ovvero 373 in meno rispetto al 2019. A pesare, inevitabilmente, è stata la saturazione delle terapie intensive: nel 2020 le segnalazioni di potenziali donatori in rianimazione sono calate dell’11,5%. Questo il bilancio del report 2020 del Centro nazionale trapianti (Cnt).

Il calo è dunque legato direttamente alla saturazione delle terapie intensive che, afferma il Cnt, sono “la trincea della lotta al Covid ma anche il luogo in cui avvengono le donazioni di organi e tessuti necessarie ai trapianti”. Così, nel 2020 le segnalazioni di potenziali donatori in rianimazione sono calate dell’11,5% rispetto al 2019 e questo ha portato a una diminuzione del 10,4% dei prelievi di organo da donatori deceduti (1.236 contro i 1.379 dell’anno precedente).

A questo dato si aggiunge una diminuzione più consistente delle donazioni da vivente (294, -19.2%): trattandosi di un’attività chirurgica programmabile, questa tipologia di trapianto ha scontato un rallentamento maggiore. Il risultato finale è un tasso di 20,5 donatori per milione di abitanti, che riporta l’Italia indietro di cinque anni: era dal 2016 che questo indicatore era stabilmente sopra quota 21 (l’anno scorso 22,8).

“In questi duri mesi di pandemia, il nostro Centro nazionale trapianti non ha mai smesso la sua fondamentale attività al servizio della salute dei cittadini: nonostante le difficoltà di questo periodo, la Rete trapiantologica ha assicurato ai pazienti una continuità assistenziale di altissimo livello”. Ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando i dato del Report 2020 del Centro nazionale trapianti Cnt. “Lo dimostra anche – sottolinea il ministro – il primo trapianto europeo di polmone su un paziente colpito da Covid-19, che è stato realizzato nel nostro Paese lo scorso maggio. Un intervento che ha messo ancora una volta in risalto le nostre eccellenze mediche e scientifiche, che sono motivo d’orgoglio per il nostro Paese”. La cultura della donazione, conclude, “va sempre più diffusa e la sua promozione è un impegno fondamentale per il Ministero della Salute, a tutela dei pazienti più fragili”.

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