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Turismo, ripartire dopo un 2020 nero: la Toscana guarda oltre i numeri

Presentato il rapporto Irpet. Centomila contratti di lavoro persi e 5,8 miliardi bruciati. L’assessore Marras: “Occorre una riflessione sulla qualità”. Incoraggiante la risposta degli operatori alla campagna promozionale della Regione

- © Vasily Makarov

Nulla di nuovo: il 2020 è stato l’anno più nero e anche il turismo ne ha risentito. Oggi è chiara la portata di questo tracollo in Toscana: il 54,3 per cento di presenze in meno. Naturalmente il comparto più penalizzato è quello straniero (- 76,5 per cento) rispetto alle presenze di italiani (- 28,7 per cento). Un risultato che si ammorbidisce se si considerano nella media anche gli affitti di case private, ma che resta sempre drammatico: meno 45 per cento. Si calcola che 46,8 milioni di presenze in meno in un anno abbiano bruciato  5,8 miliardi di euro, più della metà dei dieci complessivamente persi dall’intera economia toscana. I riflessi sono stati pesanti anche sul lavoro:  in un anno, centomila contratti nei servizi turistici in meno, con una flessione del 44,5 per cento. Sono questi i dati che l’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione Toscana, ha  presentato oggi nel suo Rapporto sul turismo.

“Sono numeri attesi, che sapevamo gravi se raffrontati al 2019 – commenta l’assessore al Turismo, Leonardo Marras – Visti uno dietro l’altro, hanno una dimensione davvero devastante”. Ma occorre guardare avanti, secondo l’assessore. E gli accessi alla piattaforma www.visittuscany.it, la vitalità degli operatori e l’andamento della campagna di promozione “Toscana Rinascimento senza fine” di Fondazione Sistema Toscana e Toscana Promozione Turistica  incoraggiano. “Ci attendono ancora mesi di sofferenza, fin quando almeno non riprenderanno i voli da più lontano – aggiunge  Marras – ed occorre una riflessione sulla qualità. Rispetto ad altre segmenti dell’economia emerge come le città d’arte abbiamo ancora bisogno di supporto ed ammortizzatori”. Utile, secondo l’assessore, anche un osservatorio che monitori in tempo reale i flussi turistici per allineare politiche e strategie adeguate.

Le città d’arte sono le più colpite

I turisti stranieri sono venuti in particolare a mancare nelle città d’arte e in collina, con un calo che supera il 70%. I paesi extra europei interrompono quasi completamente il flusso verso la Toscana a partire dalla fine di febbraio. Il calo dal Nord America è superiore, alla fine dell’anno al 90 per cento, così come da India e Cina. Crollano anche gli arrivi dalla Spagna (-87,5 per cento di presenze in meno) e dal Nord Europa  (- 90,3 per cento): meno peggio per Francia (-73,5%), Paesi Bassi (-63,5%), Germania ed Austria (-60,4%) e Svizzera (-44,4%). La Toscana si salva grazie al mercato interno, che ha preferito un turismo  estivo e balneare.

In termini di ambiti turistici, l’area fiorentina segna un -80,7 per cento, la più penalizzata,  -77,6 per la Valdinievole e Montecatini e -69,1 per la piana di Lucca. Le presenze nel Chianti arretrano del 67,3 per cento, del 61,4 a Prato, del 60,5 nel Mugello, del 61,2 in Garfagnana e media valle del Serchio, legata la turismo americano e inglese che gravita su Lucca, e poi ancora -57,1 per cento per la Valdichiana senese, -55,3 per le Terre di Siena, -53,8 per Valdelsa ed Etruria Volterrana. Tutti territori frequentati in gran parte da stranieri.  Al contrario hanno retto meglio le aree maggiormente frequentate da italiani: -25,1 per cento per la Maremma, – 25,6 per la riviera apuana, – 30,2 per la Costa degli Etruschi e l’Elba, mentre il calo è più profondo in Versilia (-50,5 per cento, spalmato su tutte le origini e non solo sulle componenti straniere). Limitano in parte i danni anche Casentino (-38,5 per cento), Val Tiberina (-38,8) e Amiata (-40,4), Pistoia e la montagna pistoiese (-41,2) e Lunigiana (-45,2).

I progetti per la ripartenza

Fino al 2023 non si tornerà ai livelli pre-pandemia, tutti gli esperti sono abbastanza concordi su questo. Ma nel frattempo si può mettere a valore alcune informazioni: le scelte di viaggio sono indirizzate verso un turismo lento, all’aria aperta e a contatto con la natura. A novembre ci sarà la Bto, la borsa del turismo, e avremo una visione più aggiornata sul futuro prossimo.

“Nuovi azioni per le città d’arte ed anche sull’enogatronomia le sta costruendo in questo momento l’agenzia della Regione, Toscana Promozione Turistica”, ricorda il suo direttore  Francesco Tapinassi.  “I dati che arrivano dagli accessi al sito www.visittuscany.it, ma anche il crescente numero di operatori che si iscrive alla piattaforma “Make” con nuove offerte e l’intesse suscitato on line dalla campagna di promozione “Toscana Rinascimento senza fine” sono incoraggianti”, aggiunge il direttore di Fondazione Sistema Toscana Francesco Palumbo.

E i numeri confermano: 1.600nuovi operatori che nel 2021 si sono  iscritti alla piattaforma “Make” di Fondazione Sistema Toscana e 1030 sono i nuovi pacchetti e le idee di possibili viaggi.  3 milioni di visualizzazioni per 1 milione circa di utenti su www.visittuscany.it (rispetto all’anno scorso i francesi cresciuti di quasi nove volte, i tedeschi del 249 per cento, gli svizzeri del 135), e  85 milioni di visualizzazioni su Google e 13 milioni su Facebook per la campagna “Toscana Rinascimento senza fine”.

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