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Un maxi tartufo bianco ritrovato nei boschi di Palaia

Scoperto da Cristiano Savini insieme al cane Giotto junior è un esemplare del peso di circa 797gr e del valore commerciale di 15/20mila euro

Cristiano Savini con il maxi tartufo - © Niccolò Leone

E’ il gemello dello storico tartufo da guinness dei primati per forma qualità e caratteristiche: se non fosse per il peso, decisamente inferiore. La stagione dei tartufi in Toscana, nel segno della siccità e delle scarse quantità, si prende una rivincita: merito del maxi tartufo dal peso di circa 797gr e per un valore commerciale di 15/20mila euro ritrovato il 23 novembre da Cristiano Savini, patron dell’azienda Savini Tartufi.

Il tartufo da record venne ritrovato quasi negli stessi giorni, era il 25 novembre del  2007: allora furono Cristiano e suo padre Luciano, grazie al cane Rocco, a scoprire il famoso tartufo bianco gigante da 1,497 kg, battuto all’Asta Internazionale di beneficenza di Toscana. Il tartufo più grande di sempre venne venduto al prezzo più alto mai pagato, 330.000 dollari. Un record che per il momento resta imbattuto.

Nell’uno e nell’altro caso il ritrovamento è avvenuto nelle stesse colline di Palaia in provincia di Pisa, da sempre habitat perfetto per la nascita del diamante del bosco. Un tartufo perfettamente integro e maturo che sta suscitando la curiosità e le attenzioni di tanti.

Cristiano Savini con il maxi tartufo – © Niccolò Leone

E’ stato come trovare un tesoro – spiega Cristiano SaviniGiotto Junior il mio fedele cane da tartufo era fuori di sé, ma mai mi sarei aspettato una ritrovamento del genere”. Il ritrovamento di un mega tartufo bianco da quasi 800 grammi è stato in effetti un fulmine a ciel sereno. “Non era per niente prevedibile un ritrovamento del genere. In Toscana abbiamo avuto un’estate particolarmente secca che per forza di cose ha influito sulla scarsa presenza del tartufo bianco.  La quasi totale assenza di pioggia ha infatti tolto la freschezza e l’umidità al terreno che fanno si che il tartufo cresca e maturi”. Provvidenziali le piogge di ottobre che hanno aiutato a ricreare l’habitat più adatto per la nascita del tartufo.

La famiglia del tartufo

Il tartufo è una passione che si tramanda da quattro generazioni in casa Savini. L’avventura comincia nel 1920, quando Zelindo Savini, allora guardiacaccia della Tenuta di Villa Saletta nei pressi di Palaia, prende l’abitudine di portare alla tavola dei signori i tartufi rinvenuti nei boschi. Visto il grande successo e i consensi ottenuti si dedica a questa attività nella sua bottega di Forcoli, in provincia di Pisa, dove affianca al mestiere di cavatore quello di commerciante.

Luciano, figlio di Zelindo, comprende il potenziale di crescita della piccola bottega di famiglia, ampliando l’attività. Comincia quindi a selezionare i prodotti a trovare nuovi metodi di conservazione e crea una linea gastronomica di prodotti a base di tartufo che commercializza non solo in Italia, ma anche all’estero, con l’aiuto di Cristiano, il suo primogenito. Savini Tartufi si fa conoscere in Italia e nel mondo.

Oggi l’azienda è guidata da Cristiano Savini insieme alla sorella Romina e sotto l’attento sguardo di Luciano e della madre Carla. Dopo quasi 100 anni di attività, Savini Tartufi esporta attualmente in più di 40 Paesi nel mondo e ha un fatturato di circa 10 milioni di euro. Savini Tartufi è collocata in una posizione strategica, a metà tra Pisa, Firenze e Siena. Oltre 650 tartufai di fiducia per le varietà che spaziano dal tartufo nero pregiato al tartufo nero uncinato, dal tartufo bianchetto al tartufo nero scorzone estivo, per arrivare al tartufo bianco per eccellenza, ovvero il “Tuber Magnatum Pico”.

Il maxi tartufo trovato da Cristiano Savini a Palaia – © Niccolò Leone

Il museo e la truffle experience

Savini Tartufi nel 2014 ha aperto le porte di casa aprendo nella sede di Forcoli il Savini Museum collegandolo, nella maggioranza dei casi, alla caccia al tartufo, chiamata “Truffle Experience”.  

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