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Unlock Toscana, nuovi investimenti per uscire dall’isolamento

Risorse fresche per sostenere l’economia e le imprese. Tra le priorità strategiche: scienze della vita, sicurezza sanitaria, telemedicina e sicurezza sociale

telemedicina

Si chiama “Unlock Toscana” lo strumento ideato dalla Giunta regionale per superare la fase di lockdown, per attrarre investimenti sul territorio e rilanciare l’economia e il lavoro dopo la grande crisi economica originata dal Coronavirus. Così la Giunta regionale ha approvato la delibera, predisposta dell’assessore Ciuoffo, che dà il via libera all’avviso pubblico finalizzato ad acquisire manifestazioni di interesse ad investire nel territorio della Toscana.

«Vogliamo favorire – spiega il presidente Rossi – lo sviluppo di attività di impresa e di lavoro qualificato. Sosterremo gli imprenditori disponibili a farlo. Intendiamo avviare un percorso strutturato di supporto amministrativo, attraverso forme di assistenza, accompagnamento e tutoraggio alle imprese che, in questa pur difficile fase, manifestino interesse alla realizzazione di programmi di investimento di impatto territoriale. La Toscana è terra capace di attrarre investimenti e di favorire nuovi insediamenti ed espansioni industriali. E’ per questo che mettiamo a disposizione un pool di nostri tecnici che sosterrà chiunque sia interessato a rilanciare la propria attività in Toscana, e sia alla ricerca di opportunità di cofinanziamenti regi onali, nazionali o europei».

L’avviso, che sarà approvato entro la prossima settimana, è rivolto a micro, piccole, medie e grandi imprese, singole o aggregate, che operano in tutti i settori economici ad eccezione di quello agricolo. Le loro manifestazioni di interesse potranno essere presentate a partire dal mese di giugno.

Sono sostanzialmente quattro le finalità del bando: individuare chi intenda realizzare qualificati programmi di investimento da parte di imprese già presenti o che hanno interesse a localizzarsi sul territorio regionale; disporre di informazioni sugli orientamenti di investimento diretto (industria, manifatturiero, servizi, ricerca, logistica, turismo, direzionale) e delle relative caratteristiche in termini di tipologia e dimensioni dell’investimento, relativa tempistica, potenziale impatto occupazionale; promuovere il potenziamento delle attività di imprese già presenti sul territorio e l’innesto di nuove attività; e infine individuare imprese con programmi di investimento orientati alla transizione al digitale, all’economia circolare ed in gen erale verso forme avanzate di sostenibilità ambientale.

Una volta accertato questo, la Regione effettuerà un’attività di assistenza e di accompagnamento attraverso l’organizzazione di appositi incontri finalizzati a individuare eventuali procedure di accesso ai finanziamenti pubblici e contatti con investitori specializzati e a favorire rapporti con il sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico verificando il livello di fattibilità amministrativa del programma di investimento.

Lo farà attraverso un nucleo tecnico a carattere intersettoriale supportato da Irpet e Fidi Toscana. Sarà articolato in due sezioni, una per le grandi e l’altra per le micro, piccole e medie imprese. Individuerà le manifestazioni di maggiore interesse per la Regione sulla base di priorità e criteri di carattere generale.

Tra le priorità strategiche settoriali e tecnologiche figurano le nuove filiere come le scienze della vita, la sicurezza sanitaria, la telemedicina, la sicurezza sociale (come ad esempio i dispositivi per ambienti chiusi, trasporti) e produttiva (il mantenimento di produzioni di base, l’accorciamento di filiere, anche in ottica di autosufficienza nella catena delle forniture o in chiave sostitutiva di importazioni), la silver economy cioè i consumi e i servizi per la popolazione sopra i 50 anni.

A queste si aggiungono le produzioni e l’applicazione di tecnologie digitali (smart specialization), lo sviluppo di piattaforme digitali integrate, l’economia circolare e la chiusura di filiere produttive, in particolare nei settori dell’energia rinnovabile e transizione energetica; della trasformazione agroalimentare; dello sviluppo di piattaforme logistiche/distributive; di attività turistiche digitalizzate o policentriche. Tra le priorità territoriali figurano la localizzazione degli investimenti in aree di crisi industriale (complessa e semplice) e nelle aree interne, gli impatti dovuti al volume dell’investimento e la creazione di occupazione aggiuntiva.

Tra le caratteristiche dei programmi di investimento ci sono i progetti di filiera (aggregazioni di impresa) o di distretto, il livello di innovatività, le attività orientate all’export, le operazioni di re-shoring da paesi terzi, le espansioni o attrazione di investimenti esteri o di carattere nazionale. La tipologia degli investimenti potrà riguardare il potenziamento, l’ampliamento o realizzazione di impianti di produzione di beni o servizi, i centri direzionali, la logistica; i progetti di ricerca e sviluppo o innovazione; i centri o laboratori di ricerca e sviluppo.

L’ammontare minimo dei progetti di investimento dovrà raggiungere i 500.000 euro nel caso di micro, piccole e medie imprese, mentre per le grandi imprese dovrà essere di minimo 1,5 milioni di euro. Tutti gli investimenti dovranno essere completati entro il 31 dicembre 2023.

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