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Uno studio dell’Università di Pisa per “salvare” il lago di Massaciuccoli 

Il progetto ‘Phusicos’ che significa ‘in accordo con la natura’ è stato finanziato nell’ambito di Horizon 2020 con 1,5 milioni di euro

C’è il basso bacino del fiume Serchio e il comprensorio del lago di Massaciuccoli al centro di un progetto di ricerca europeo che vede impegnata l’Università di Pisa, insieme all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, denominato ‘Phusicos’, che significa ‘in accordo con la natura’, che ha l’obiettivo di definire, realizzare e collaudare soluzioni basate sulla natura per il recupero ambientale del lago di Massaciuccoli.

Il progetto, spiega una nota dell’ateneo, “è stato finanziato nell’ambito di Horizon 2020 con quasi dieci milioni di euro (circa 1,5 milioni destinati a finanziare opere nel comprensorio del lago di Massaciuccoli) e punta a dimostrare come le soluzioni basate sulla natura possano rappresentare misure robuste, sostenibili ed economiche per incrementare la resilienza del territorio, ridurre il rischio di eventi meteorologici estremi nei comprensori pedemontani e collinari”.

Secondo i ricercatori pisani, Nicola Silvestri, Monica Bini e Roberto Giannecchini, “il progetto cercherà di colmare il vuoto di conoscenze specifiche relative all’uso di soluzioni naturali per i rischi idrometeorologici (inondazioni, erosione, frane, siccità) implementando soluzioni apposite in diversi siti di studio. Un esempio è l’utilizzo di tecniche agronomiche capaci di meglio contenere i rischi di erosione e di perdita dei nutrienti dai campi coltivati che costituiscono una delle cause del degrado del Lago di Massaciuccoli”.

Le attività del Dipartimento di Scienze della Terra, con il supporto e la collaborazione del dottor Nicola Del Seppia dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, si concentreranno sulla ricostruzione dell’evoluzione paleo-ambientale del sito mediante realizzazione di carotaggi dei primi metri di terreno, con analisi stratigrafica, granulometrica e datazione di alcuni orizzonti ritenuti chiave per l’interpretazione dell’evoluzione del territorio.

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