Enogastronomia/

Vino, Mazzei confermato presidente Avito all’unanimità

Le prossime sfide dell’associazione che riunisce Dop e Igp toscane: la lotta al caro prezzi e la spinta all’innovazione

Francesco Mazzei

L’Associazione vini toscani Dop e Igp sarà guidata per i prossimi anni ancora da Francesco Mazzei. Il presidente del Consorzio tutela vini della Maremma Toscana, è stato confermato all’unanimità, alla guida di Avito.

Molte le sfide che si annunciano per il presidente dell’Associazione vini toscani Dop e Igp. “E’ assolutamente necessario portare avanti la linea intrapresa dall’Associazione. Si deve continuare a lavorare in maniera sinergica. Bisogna dare voce a quella pluralità di esperienze che è il patrimonio della viticoltura toscana. In questo frangente, vanno affrontate tematiche delicate che si stanno e si potrebbero riflettere con conseguenze gravi sulla filiera” ha dichiarato Mazzei.

L’Associazione vini toscani Dop e Igp deve schierarsi compatta in difesa della viticoltura di fronte “alla guerra all’alcol portata avanti dall’Oms, che non tiene conto della cultura che sta dietro al prodotto vino”. Mazzei teme i risvolti che tali provvedimenti avrebbero sull’economia di molti Paesi come l’Italia. “Bisogna inoltre agire per difendere le imprese dalla deriva speculativa sui prezzi di produzione, aggravati da quelli del settore energetico” ha commentato.

Francesco Mazzei e il master of wine Gabriele Gorelli

Da qui l’invito a “concordare azioni per affrontare il cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova le vigne, aggiungendosi alle criticità causate dalla fauna“.

Per il presidente Avito infine si deve puntare alla sburocratizzazione del comparto “se si vuole puntare sull’innovazione per poter competere con successo sui mercati internazionali“.

Tutti i numeri di Avito

Ad Avito, costituita nel 2016, al momento hanno aderito 24 Consorzi di tutela in rappresentanza di circa 6.000 imprese, per una produzione annua di circa 285 milioni di bottiglie, un giro di affari stimato in oltre un miliardo di euro e una quota export superiore al 60%.

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