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Violenza sulle donne, il progetto “Una nazione, uno spettacolo” al Puccini

“Il nome potete metterlo voi”, scritto e diretto dal regista Mauro Monni, in scena il 23 novembre a Firenze in contemporanea in 50 città italiane

La presentazione dell’iniziativa “Una nazione, uno spettacolo” - © Enrico Ramerini /Cge Fotogiornalismo

Un unico spettacolo in 50 città italiane per dire con forza no a ogni forma di violenza sulle donne. Si intitola “Il nome potete metterlo voi”, scritto e diretto dal regista Mauro Monni, ed è al centro del progetto “Una nazione, uno spettacolo” promosso proprio in occasione del 25 novembre. A Firenze appuntamento al teatro Puccini martedì 23 novembre. Sul palco anche le attrici Daniela Morozzi, Anna Meacci e il duo Meissa composto da Alida Delle Lucche e Giulia Fidenti al sax.

L’iniziativa, a ingresso gratuito, fa parte del Festival dei Diritti, manifestazione promossa dal Comune di Firenze. Il progetto ha il patrocinio della Regione Toscana, della Regione Liguria e del Comune di Firenze, in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana. Un testo originale, privo di retorica, divertente e drammatico al tempo stesso, promosso in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne dall’associazione culturale Sine Qua Non.

La storia di una ragazza prima e donna poi, che racconta di sé sulle pagine dei libri che ha da sempre “avidamente” consumato. Le grandi donne presenti nella letteratura saranno fonti di ispirazione per le sue scelte future. La protagonista è una donna senza nome che perderà la vita per colpa di un legame sinistro e imperfetto. Ecco spiegata la motivazione del titolo scelto dal drammaturgo Mauro Monni autore del testo, “Il nome potete metterlo voi”, perché la morte di una donna per mano di un compagno non può più essere considerata un fatto casuale da poter minimizzare, e anche il teatro deve fare la sua parte mettendoci la faccia.

Sono oltre 50 i comuni che hanno aderito al progetto e che nella settimana del 25 novembre organizzeranno una rappresentazione dello spettacolo. In Toscana sono previsti a Buti, Capannori (Lu), Campi Bisenzio (Fi), Castellina in Chianti (SI), Castiglione Della Pescaia (Gr), Empoli (Fi), Firenze, Livorno, Massa, Monsummano Terme (Pt), Pontedera (Pi), Rapolano Terme (Si), Scarlino (Gr), Siena, i comuni appartenenti all’Unione Comuni Valdichiana Senese: Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano Dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita Di Siena, Pienza e Trequanda.

Alla presentazione a Firenze è intervenuta la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui Femminicidi. “Di femminicidio muoiono più di 100 donne all’anno, una ogni 2-3 giorni circa – sottolinea la senatrice del Pd Valeria Valente – Eppure dietro ogni numero c’è una storia. Le leggi ci sono, ma bisogna cambiare la cultura, attraverso la formazione di tutti gli operatori della giustizia, della sanità, della scuola. Dobbiamo potenziare la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio e soprattutto, quando le donne denunciano devono essere credute e tutelate. Loro e i loro figli. Insieme le donne possono farcela, lavori come questo sono preziosi“.

Un evento condiviso non solo in Toscana ma in tutta Italia, circa 50 città che ospiteranno questo evento – è quanto ha evidenziato la vicesindaca di Firenze Alessia BettiniIl tema della violenza di genere è drammatico e ci riguarda tutti, va combattuto con tanti strumenti ma sicuramente anche con la diffusione di una maggiore coscienza e consapevolezza. In questo senso la cultura ha un ruolo fondamentale. In questa occasione c’è stato anche un importante lavoro di squadra”. Presente anche l’assessora a Diritti e pari opportunità del Comune di Firenze Benedetta Albanese, che ha sottolineato come “l’impegno per il contrasto alla violenza di genere va avanti 365 giorni l’anno; le iniziative per il 25 novembre come questo evento rappresentano un’occasione di riflessione confronto e soprattutto di stimolo per intervenire a ogni livello”.

L’assessore regionale Monia Monni

Il progetto di Mauro Monni e dell’Associazione Sine Qua Non è un progetto importante – ha fatto presente l’assessora regionale Monia MonniNegli ultimi anni, il tema del femminicidio e, più in generale, della violenza di genere è diventato sempre più centrale nella discussione pubblica, ma non mai abbastanza. La cultura, e in questo caso il mondo del teatro giocano un ruolo fondamentale non solo divulgativo, ma anche educativo. Spesso si crede che le violenze di genere siano distanti da noi, ma basta davvero guardarsi attorno per capire che non è così. Penso che conoscere la natura violenta di certe relazioni, sia il primo passo di una presa di coscienza collettiva, per poi arrivare ad intervenire ed educare le generazioni future. Ringrazio per questo splendido lavoro Mauro e Sine qua Non“.

Violenze e discriminazioni di genere offendono tutti e, soprattutto, tolgono alla nostra comunità ogni chance di effettivo progresso, ogni possibilità di cogliere le sfide della modernità – ha poi detto la Presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale della Toscana Cristina Giachiper questo oltre alla condanna dobbiamo lavorare sulla cultura della nostra società, come fa questa bellissima iniziativa, perché la vera parità di genere si realizza soltanto se cambia la cultura di uomini e donne. Bisogna consentire alle donne la possibilità effettiva di esprimere appieno i loro talenti nella vita professionale così come in quella collettiva in generale. Una nuova etica pubblica non può che passare da questa sfida e come Consiglio regionale intendiamo mettercela tutta”.

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