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“XX secolo. L’invenzione più bella”: i capolavori del cinema tornano sul grande schermo

Dal 27 gennaio al 20 marzo, al cinema La Compagnia, una rassegna con i film cult, imperdibili, della storia del cinema.

Chi ucciderà Charley Varrick? - © Images courtesy Park Circus-Universal

Sbarca a Firenze una delle più belle e importanti rassegne cinematografiche in Italia

Dopo aver debuttato a Roma scorso 6 dicembre, con grande successo di pubblico, arriva a Firenze una rassegna davvero eccezionale, che consentirà di vedere sul grande schermo i capolavori del cinema di tutti i tempi, in versione originale, sottotitolata. La rassegna si chiama XX secolo. L’invenzione più bella, ed è promossa da CSC – Cineteca Nazionale, con il sostegno del Ministero della Cultura. Ad ospitarla, il cinema La Compagnia di Firenze, con una prima importante tranche di film, in programma dal 27 gennaio al 20 marzo.

«Siamo molto contenti che XX Secolo arrivi anche a Firenze: il pubblico di Roma ci sta seguendo con un interesse e una partecipazione sempre crescenti, dimostrando una volta di più che il cinema “di patrimonio” è una proposta viva e capace di attrarre in sala spettatori di tutte le generazioni. I capolavori del passato acquistano così, insieme alla centralità che hanno sempre avuto nella storia del cinema, anche un ruolo fondamentale nel cinema di oggi – ha dichiarato Marta Donzelli, Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia».

Il film cult di Don Siegel danno il via alla rassegna “XX secolo. L’invenzione più bella”

Si inizia con il 27 gennaio i film di Don Siegel, tra i quali, da segnalare, una tripletta di titoli che vede protagonista uno dei principali interpreti viventi del cinema hollywoodiano, Clint Eastwood: Fuga da Alcatraz, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo e Chi ucciderà Charley Varrick? Dopo un esordio da regista di film commerciali, Don Siegel si conquistò la fama di autore, di regista cult, grazie al successo critico ottenuto proprio grazie ai film con Clint Eastwood e ad altri film d’azione. Arrivato agli Studios della Warner giovanissimo, dopo una lunga e sudata gavetta negli archivi, nel reparto montaggio, finalmente nel 1945 gli fu concesso di fare un primo cortometraggio e poi faticosamente nel 1946 un noir di serie B, La morte viene da Scotland Yard, con Peter Lorre. Ma ancora una volta, fu destinato per un lungo periodo a realizzare B-movies, tra cui Night Unto Night, Fuga all’Ovest, Duello al Rio d’argento, Le ore sono contate, Avventura in Cina, I cadetti della III brigata, Delitto nella strada, Passione gitana. Poi si fecero strada alcuni titoli più apprezzati, tra cui Il tesoro di Vera Cruz con Robert Mitchum e Jane Greer, il violentissimo Rivolta al blocco 11 ispirato a episodi di cronaca carceraria, il celeberrimo L’invasione degli ultracorpi e Dollari che scottano. Ancora incompreso dal pubblico e dalla critica, Siegel ripiegò per qualche anno nella produzione televisiva, fino al vero grande successo, con Contratto per uccidere girato per la NBC, distribuito al cinema perché giudicato dall’emittente troppo violento per la tv. Arrivarono poi Madigan, L’uomo dalla cravatta di cuoio, La notte brava del soldato Jonathan (del quale recentemente è stato realizzato un remake, firmato da Sophia Coppola), L’ispettore Callaghan, Charley Varrick, Il pistolero (l’ultima pellicola che vede in scena John Wayne), Il caso Drabble e Fuga da Alcatraz.

Tra gli omaggi ai grandi nomi del cinema, quello a Peter Bogdanovich

La rassegna XX secolo. L’invenzione più bella, prosegue poi con focus su grandi attori, registi, sceneggiatori: completano la programmazione (fino al 20 marzo) gli omaggi a Tyrone Power (con Jess il bandito, Il segno di Zorro, Sangue e arena, Il filo del rasoio e Il prigioniero), la sceneggiatrice Suso Cecchi D’amico, scrittrice di molti film di successo (Processo alla città di Luigi Zampa, Senso e Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, I magliari di Francesco Rosi e Caro Michele di Mario Monicelli), Bette Davis (Figlia del vento e Ombre malesi di William Wyler, Perdutamente tua di Irving Rapper, Eva contro Eva di Joseph Mankiewicz e Che fine ha fatto Baby Jane? di Robert Aldrich), Ingmar Bergman (Sorrisi di una notte d’estate, Il posto delle fragole, Il silenzio, Persona, Sussurri e grida), e Leo McCarey, regista, tra l’altro, delle pellicole con i fratelli Marx (Zuppa d’anatra, Il maggiordomo, Cupo tramonto, L’orribile verità, Un grande amore).

“Quando abbiamo iniziato con Marta Donzelli e Alberto Anile il lavoro di programmazione della Cineteca – afferma il curatore della rassegna, Cesare Petrillo – la prima persona che ho contattato è stata Peter Bogdanovich. L’idea era di partire con un omaggio a lui e al suo cinema. Nel giro di ventiquattro ore Bogdanovich ha risposto che era onorato e commosso e sarebbe stato felice di essere a Roma per dare il via all’iniziativa della Cineteca Nazionale. Nelle settimane che sono seguite le notizie sul Covid si sono fatte allarmanti e abbiamo rimandato la rassegna a lui dedicata, nella speranza che con l’arrivo della bella stagione Peter potesse viaggiare e presentare personalmente i suoi film. La notizia della sua scomparsa arriva mentre andiamo in stampa”.

Del regista americano saranno proiettati, L’ultimo spettacolo, subito salutato come un capolavoro e altri film considerati di “rottura”. Le sue cesure con le convenzioni sono da leggere più come una re-interpretazione o rivitalizzazione del cinema americano, quasi una versione d’Oltreoceano di quello che aveva fatto con il cinema francese François Truffaut. Tra i film in programma, Ma papà ti manda sola? e Paper Moon, E poi Finalmente arrivò l’amore e Vecchia amica.

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