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‘Il Peccato’, arriva nelle sale il kolossal di Andrei Konchalovsky

Il film, che vede protagonista Alberto Testone, realizza un racconto inedito del Rinascimento e di Michelangelo Buonarroti

Il Peccato di Andrei Konchalovsky

E’ nata una stella nel panorama degli attori italiani: è Alberto Testone, interprete e autore teatrale, attivo nel cinema e nella tv, ma ancora poco noto al grande pubblico. E’ lui il protagonista del film Il Peccato, del regista russo Andrei Koncialowski, che esce nelle sale italiane giovedì 28 novembre.

Alberto Testone è stato scelto dal regista dopo mesi e mesi di ricerche e di casting, per trovare un volto che potesse somigliare a quello di Michelanglo Buonarroti, del quale si racconta la vita nel film. Ma non è solo la somiglianza ad essere la carta vincente dell’attore. Testone regge quasi interamente sulle sue spalle un film di oltre due ore, trovando sempre il registro giusto dell’interpretazione, in un film non facile, nel quale appare ispirato, disperato, in conflitto con i propri familiari, artista al servizio dei potenti, uomo dilaniato dal senso di colpa, dai dissidi interiori e con un grande talento nelle sue mani. E lo fa con grande arte e maestria, riuscendo ad avvicinare lo spettatore ai sentimenti di un uomo, rimasto maestro insuperato nella pittura e nella scultura, esponente di spicco del Rinascimento fiorentino, creatore della Pietà, del David, degli affreschi nella volta della Cappella Sistina e di tanti altri capolavori, alcuni dei quali rimasti incompiuti.

E naturalmente la bravura è anche di chi lo ha diretto, il regista Andrei Konchalovsky che, pur partendo da un’attenta e scrupolosa ricerca storica, ha realizzato un film va oltre al biopic, e si prefigura come un’opera che offre una visione del tutto personale del Rinascimento – lontano dagli stereotipi patinati che vengono spesso proposti al pubblico – e di quelli che potevano essere in realtà i sentimenti più intimi di Michelangelo Buonarroti. Lo sguardo immaginifico dell’autore racconta un Michelangelo preda di piccole ossessioni e superstizioni, perseguitato da segnali minacciosi dall’ambiente – un corvo che volteggia nel cielo, una disgrazia alle cave – più vicino ai riti magici che religiosi. Il suo rapporto con la religione appare infatti molto controverso nel film, come se le sue passioni lo riportassero sempre ad una dimensione terrena, carnale, che traspare nelle figure che dipinge e scopisce. 

Il racconto inedito – di Michelangelo e del Rinascimento – è una scelta rischiosa, che stupisce lo spettatore, ma che a poco a poco riesce a trasmettere un sapore di autenticità, nel quale si percepisce la mano di un grande regista che ha vinto per ben due volte il Leone d’Argento al Festival di Venezia ( Paradise”, 2014 , “Le notti bianche del postino”, 2016) e molto apprezzato a livello internazionale.

Il film è stato girato nel 2017, in buona parte in Toscana, alle cave di marmo di Carrara e in altre location toscane, tra cui Firenze, Bagno a Ripoli, Arezzo, Monte San Savino, Montepulciano, il castello Malaspina di Massa, il castello di Poppi e il castello di Fosdinovo. Le riprese sono andate avanti per 14 settimane: a produrre il film la Fondazione Andrei Konchalovsky per il sostegno al Cinema e alle Arti Sceniche e Jean Vigo Italia con Rai Cinema, con il sostegno di Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, di un importante contributo del Ministero della Cultura della Federazione Russa e con la partecipazione di Pervyi Kanal.

Andrei Konchalovsky sarà presente a Firenze giovedì 28 novembre mattina (ore 12.00), in Palazzo Vecchio, per ricevere Le Chiavi della Città del Comune di Firenze. Lo stesso giorno, alle ore 20.00, il regista sarà invece presente al cinema Principe (viale Matteotti, 13), dove saluterà il pubblico in sala prima della proiezione del fim (biglietti in prevendita alla casa del cinema o al sito www.staseraalcinema.it).

 

 

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