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Artigianato toscano in crisi: -1,8% aziende e -1,3% addetti nel 2018

I dati emergono dal secondo rapporto ‘Imprese artigiane e mercato del lavoro’ presentato oggi a Firenze dall’Ebret, +9,7% domande di cassa integrazione in 2019

Nel 2018 il numero delle imprese artigiane toscane è calato dell’1,8%, i lavoratori sono diminuiti dell’1,3% e le giornate retribuite segnano un -1,2%. Nei primi sei mesi del 2019, inoltre, sono aumentate del 9,7% le domande di cassa integrazione. I dati emergono dal secondo rapporto ‘Imprese artigiane e mercato del lavoro’ presentato a Firenze dall’Ebret (Ente Bilaterale Artigiano della Toscana). L’analisi dei dati Inps rivela che per l’artigianato toscano nel 2018 si è interrotta la fase di crescita che aveva caratterizzato il biennio 2016-2017. Il rapporto spiega inoltre che il monte retributivo è rimasto invariato mentre il calo del numero di dipendenti ha prodotto un incremento dei livelli retributivi pro-capite, cresciuti dell’1,3% nel 2018, in linea con la dinamica dei prezzi.

A confermare il quadro anche i dati del Fondo di solidarietà bilaterale (Fsba), cioè la cassa integrazione artigiana che ha preso il posto della Cig in deroga: nel primo semestre dell’anno in corso 544 aziende toscane hanno chiesto l’intervento del fondo per 2.749 lavoratori. Le domande provengono da tutta la regione ma soprattutto dalle province di Firenze, Pisa e Prato e principalmente dal tessile-abbigliamento-calzature.

Nei primi 5 mesi del 2019, inoltre, le ore di lavoro integrate da Fsba sono aumentate del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Il rapporto infine evidenzia anche un calo della qualità delle forme contrattuali: il comparto registra un +19,5% nel 2018 per i contratti a tempo determinato a tempo pieno e un +26,7% per quelli a tempo parziale. Sono invece diminuiti i contratti a tempo indeterminato: -3,5% per la versione full-time e -5,5% nel part-time. A livello territoriale l’andamento dell’occupazione artigiana è risultato positivo ad Arezzo (+2%), Siena (+1%) e Livorno (+0,4%), mentre flessioni si registrano per tutte le altre province e particolarmente a Prato (-5%).

Estensore del secondo rapporto sulle imprese artigiane toscane, Riccardo Perugi ha spiegato che il comparto ha registrato “un miglioramento degli indicatori fino al 2017, una fase positiva di percorso di uscita dalla crisi c’è stata, poi nel 2018 il contesto dell’economia nazionale e internazionale è rallentato e anche le imprese artigiane evidenziano un peggioramento di tutti gli indicatori anche quelli relativi al mercato del lavoro”. Anche per l’anno in corso Ebret ha registrato “aspettative peggiorate da parte degli imprenditori – ha detto Perugi -, c’è una quota crescente di imprenditori che ci dice che la situazione sta peggiorando ulteriormente rispetto all’anno scorso e le previsioni di crescita del fatturato sono ridotte allo 0,5%, ed eravamo quasi al 3% due anni fa”.

Per il presidente di Ebret, Ciro Recce, “quest’anno è stato meno buono degli altri. Il 2018 non è andato bene e purtroppo anche i primi mesi del 2019 non stanno andando bene, i primi sei mesi segnano un incremento del ricorso alla cassa integrazione dell’artigianato”. Inoltre, evidenzia, “l’occupazione anche se stabile però è un’occupazione di qualità inferiore, abbiamo più contratti a tempo determinato e meno tempi indeterminato e questo non fa bene ai lavoratori. Tutto questo – ha concluso Recce – ci deve far riflettere su come si può intervenire. Ci aspettiamo anche una risposta da parte delle istituzioni per un sostegno e un rafforzamento delle imprese artigiane che rappresentano in Toscana un importante tessuto produttivo”.

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