Made in Toscana/

Coronavirus: aziende e volontari uniti per produrre più mascherine

Tante le iniziative in Toscana delle imprese private che hanno riconvertito la produzione o dei privati che si sono messi a cucirle e donarle

Cucire le mascherine

La Toscana che combatte contro il Coronavirus è anche quella delle imprese e dei volontari che in questi giorni difficili si sono messi a produrre mascherine, per proteggere dal contagio gli operatori sanitari che lottano in prima linea contro il Covid-19 ma anche tutti gli altri lavoratori che non possono fermarsi.
Questi dispositivi infatti sono fondamentali e non sono mai abbastanza, ma la Toscana si è rimboccata le maniche, tanto che ieri il presidente della Regione Enrico Rossi ha annunciato che “siamo l’unica regione che fa autoproduzione di mascherine, camici, occhiali. “Ringrazio gli imprenditori della Toscana che ci danno una mano a produrre questi dispositivi – ha detto Rossi – al netto delle mascherine fornite dalla Protezione civile, che molti operatori sanitari giudicano inadeguate, oggi nei nostri ospedali abbiamo distribuito 47mila mascherine. La Toscana riuscirà a autoprodurre entro venerdì 100mila mascherine e per martedì della prossima settimana arriveremo a ben 150mila”.

A Prato sono sei le aziende della filiera del tessile di tutta la provincia che hanno dato la disponibilità alla Regione per riconvertire la produzione per mascherine e camici medici, anche di questi infatti ne servono circa 15mila al giorno. Si tratta di imprese che solitamente si occupano di creare tessuti e tagliare i modelli per i vestiti e adesso metteranno le loro competenze, strumentazioni e personale a servizio della lotta al Covid-19. Questi dispositivi devono essere realizzati in tessuto omologato, un processo delicato che sarà seguito direttamente dall’Università di Firenze, che sovraintende alla produzione del nuovo materiale.

Tra le fabbriche riconvertite c’è l’azienda di abbigliamento Machattie di Prato, che produce circa duemila mascherine in Tnt al giorno, ma anche la Dreoni di Vaiano, azienda attiva nel campo della tappezzeria per auto e dell’abbigliamento in tessuto tecnico, che si muove sugli stessi numeri giornalieri di produzione. Le loro mascherine sono state certificate dal laboratorio Pontlab di Pontedera, che ha validato come efficaci anche le mascherine chirurgiche in Tnt attualmente prodotte su input della Regione.
Nei giorni scorsi la ditta è stata visitata dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, accolto dai titolari Franco e Sergio Dreoni, oltre che dal sindaco di Vaiano Primo Bosi. “La flessibilità dell’impresa toscana – ha sottolineato Giani – si manifesta qui. Grazie davvero ai Dreoni, e a tutti coloro che lavorando anche sabato e domenica portano le mascherine negli ospedali e negli altri luoghi”.

mascherine

Anche nella ex Mabro di Grosseto, diventata Toscano Alta Sartoria, gli operai sono al lavoro da qualche giorno per realizzare non vestiti ma mascherine, sempre in Tnt. Ne vengono prodotte 3mila al giorno e per adesso non sono ancora presidi sanitari, perché l’azienda è in attesa della certificazione.

Da Grosseto arriva anche un’iniziativa di solidarietà: Adolfo Lettieri, titolare di una tappezzeria in città, insieme al figlio cuce mascherine in tessuto anallergico e antistatico e le distribuisce gratis, ricevendo così ordini da tutta Italia. “Mi chiamano le case di cura – spiega Lettieri – gli ospedali e pure esponenti delle forze dell’ordine. Questi dispositivi non si trovano e quindi ho deciso di dare una mano. Le produco una al minuto e in questi giorni non vado nemmeno a mangiare”.

Le volontarie del Centro sociale di Lastra a Signa invece hanno cucito 500 mascherine – e altrettante sono in preparazione – che hanno poi regalato alle associazioni di protezione civile e socio-assistenziali del territorio e all’ospedale fiorentino di Torregalli. “È un bellissimo gesto – sottolinea il sindaco Angela Bagni – che racchiude lo spirito e il senso di solidarietà che da sempre hanno contraddistinto la nostra comunità. Una volta pronte stabiliamo a chi donarle, sicuramente a coloro che sono in prima linea in questo momento di emergenza.”

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