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Davide Toffolo racconta la storia della Cumbia al circolo BUH!

Venerdì 18 gennaio si terrà a Firenze la presentazione della graphic novel del frontman dei dei Tre allegri ragazzi morti, a seguire cena con piatti sudamericani e il concerto degli Americanto

“Il cammino della Cumbia” è il titolo del fumetto di Davide Toffolo pubblicato dalla casa editrice Oblomov-La nave di Teseo che sarà presentato venerdì 18 gennaio al BUH! in un evento tutto dedicato alla riscoperta della Cumbia. Il frontman della band Tre allegri ragazzi morti da tanti anni porta avanti una doppia carriera come fumettista, realizzando opere già diventate dei piccoli ‘cult’ come “Pasolini”, “Il Re bianco” e “Graphic novel is dead”.

“Il cammino della Cumbia” è un vero e proprio documentario per immagini disegnate sulla musica migrante nata in Colombia, costruito su un viaggio lungo 8.500 chilometri che l’autore ha realizzato lo scorso gennaio e febbraio. Una ricognizione che parte da Buenos Aires e arriva a Cartagena, in Colombia, dove la cumbia è nata. Più di 100 musicisti incontrati, avventure, cultura e storia di un’America popolare e tenuta assieme da un ballo: la Cumbia, appunto.

Alla presentazione si aggiungerà un dj set proposto dall’autore affiancato da Nahuel Martinez aka Paquiano, per raccontare il contenuto musicale del libro, un viaggio musicale in giro per il Sudamerica, dove Toffolo, porterà il pubblico alla riscoperta della propria “selva interiore”. Prima del dj set, il live degli Americanto gruppo di riferimento per la comunità latina a Firenze. Il loro repertorio attraversa tutto il continente latinoamericano: dalle ritmiche amazzoniche, alla cumbia, ai canti rituali Inca delle Ande. Ad accompagnare l’evento anche una cena curata dall’associazione Anelli Mancanti alla scoperta di piatti tipici sudamericani.

Ecco la nostra intervista a Davide Toffolo.

Ciao Davide! Quando e come è nato il tuo amore per la Cumbia?
È nato quasi 20 anni fa durante il mio primo viaggio in Argentina. Era l’inizio del 2000, un periodo di crisi economica in cui si ascoltava solo la Cumbia che arrivava dalle Favelas. All’inizio non capivo se mi piaceva o meno, sicuramente ci sono rimasto un po’ dentro.

‘Il cammino della Cumbia’ nasce da un viaggio che hai fatto un anno fa tra Argentina, Cile e Bolivia, che deve essere stato bellissimo con centinaia di incontri con personaggi incredibili, ce n’è uno che ti è rimasto più nel cuore rispetto agli altri?
Tutti sono stati incredibili, forse quello più pazzesco che non è neanche in questo fumetto, ma sarà nel prossimo, è stato quello con un mio parente, cugino di mio padre che fa il tassidermista e abita in Equador. Con lui non è stato tanto un incontro sulla musica quanto piuttosto sulla storia geologica del pianeta. Siamo andati a vedere un mastodonte che lui ha ricostruito la Museo di storia naturale, ci ha spiegato come fanno le ricerche sugli uccelli che sono incredibilmente vari. Quello è stato l’incontro più strano e meno progettato.

Quindi il tuo fumetto avrà anche un seguito?
Sì, il viaggio parte d Buenos Aires e arriva fino a Cartagena, questo fumetto arriva fino a Lima. Ci sarà una seconda parte con Equador e Colombia che è la patria della Cumbia.

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La Cumbia è una musica popolare che ha varie origini, tu come la racconteresti a una persona che non la conosce?
È una musica tripartita che ha tre origini, nasce dagli Indios, dagli schiavi africani e dai conquistadores. Ritmicamente è molto particolare è caratterizzata da una ‘grattugia’ in terzine, io la chiamo ‘grattugia’ ma in realtà è un güiro di ferro, una specie di tubo di latta bucato che sembra una grattugia. La base è binaria fa Tin-Ton Tin-Ton, è molto semplice ma allo stesso tempo ha una sua meccanica e matematica musicale che racconterò meglio nel prossimo libro. È una musica migrante e mutante, questa è la cosa che mi ha interessato particolarmente perché in ogni luogo in cui è arrivata ha cambiato forma mantenendo la sua origine.

Leggendo il tuo fumetto ho scoperto che anche la lambada è cumbia, o che persino Joe Strummer con i Clash si è ispirato alla Cumbia nel disco Sandinista. Sembra che sebbene non sia molto conosciuta in occidente sia misteriosamente arrivata in luoghi molto lontani rispetto a dove è nata
Succede perché è una musica migrante, anche Manu Chao, anche se non ha esplicitato questo amore, usa le strutture della Cumbia. È una musica che si sposta, è arrivata in Messico, negli Stati Uniti e anche in Europa con l’ultima diaspora, è sempre stata marginale, più del popolo che del mercato. Il mio racconto è un racconto musicologico in parte, alla ricerca delle forme diverse che ha preso in tutto il sudamerica. La selezione che io ho fatto è arbitraria, legata ai miei gusti, anche perché il mondo della Cumbia è un mondo molto complesso.

A un certo punto nel tuo fumetto King Coya, un personaggio magico e misterioso, dice che in sudamerica quando si suona non esiste la ricerca della bellezza, non si canta nè bene nè male, si canta per essere parte della natura. È un concetto completamente estraneo alla musica occidentale.
È vero, infatti ho voluto sottolineare queste frasi proprio per questo motivo, lì dentro c’è tutta la filosofia del pachamama, tutta la mistica legata al sudamerica andino, lavora in imitazione della natura, non nel suo superamento. Anche secondo me è un concetto molto profondo e interessante per la nostra realtà.

È un concetto di una potenza enorme, noi che siamo così ossessionati dalla perfezione e dalla bellezza, ribalta completamente tutto ciò in cui crediamo.
Sono d’accordo con te, ricuce la ferita tra l’umano e il resto del creato.

Apertura porte ore 20
Contributo d’ingresso all’attività culturale 5 €
Ingresso riservato ai soci ENTES 2018/2019 Costo tessera 2018/2019 ENTES 3 €

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