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Al Maggio debutta Resurrezione, opera dimenticata di Franco Alfano

Tratta dal romanzo di Tolstoj, l’opera è il primo titolo lirico non di repertorio del 2020: la prima data si terrà il 17 gennaio

Debutterà al Maggio Musicale Fiorentino il 17 gennaio, come primo titolo lirico non di repertorio del teatro nel 2020, ‘Risurrezione’ su libretto di Cesare Hanau, tratto dal romanzo omonimo di Lev Tolstòj. L’opera, che consacrà il talento del compisitore Franco Alfano e oggi è quasi dimenticata, vedrà la regia di Rosetta Cucchi e la direzione d’orchestra del maestro Francesco Lanzillotta. Repliche in programma il 19, il 21 e il 23 gennaio.

La messa in scena al Maggio Musicale fiorentino sarà inoltre il debutto italiano della produzione realizzata nel 2017 per il Wexford Festival Opera. I quattro atti dell’opera fotografano le sfortunate vicende della protagonista e del suo amore infelice per il principe Dimitri, uomo che la seduce e l’abbandona condannandola a una vita di sacrifici e scelte drammatiche.

Il sovrintendente Alexander Pereira, arrivato al teatro fiorentino il 16 dicembre scorso, si è detto “molto contento che il Maggio Musicale possa presentare un’opera così rara perché questo fa parte dell’attività di un teatro come questo. E mi fa molto piacere che sia firmata da Franco Alfano perché è l’occasione per far conoscere un autore noto soprattutto, o forse quasi esclusivamente, per aver firmato il finale della Turandot”.

Per la regista Rosetta Cucchi, “un binario interminabile attraversa l’intera esistenza di Dimitri e Katjusha, i due protagonisti dell’ultimo e forse più grande romanzo di Lev Tolstòj, reinterpretato magistralmente nell’opera da Franco Alfano e Cesare Hanau”. “L’importanza di una partitura come Risurrezione – ha aggiunto Lanzillotta – risiede nella ostinata e consapevole ricerca di un linguaggio che, pur affondando le proprie radici nel passato, si sviluppa attraverso nuovi percorsi, nei quali orchestrazione, armonia e rapporto testo-linea vocale schiudono le porte di un secolo colmo di inedite e differenti estetiche: il Novecento”.

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