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Il ritmo di Simone Rubino si fonde con l’Orchestra della Toscana

Giovedì 20 febbraio in concerto al Teatro Verdi di Firenze il percussionista di fama mondiale

Simone Rubino

I suoi concerti sono un fuoco di artificio di colori e di precisione ritmica, Simone Rubino è uno dei percussionisti più promettenti della scena italiana e sarà in concerto giovedì 20 con l’ORT diretto dal maestro Daniele Rustioni.

Il suo esordio discografico avviene con il cd Immortal Bach con musiche di Bach, Xenakis, Boccadoro e Cage. Nel 2014 ha vinto il Concorso della ARD e nel 2016 il Credit Suisse Young Artists Award nell’ambito del Festival di Lucerna, vittorie che gli hanno aperto una grande carriera internazionale, esibendosi con le più prestigiose orchestre al mondo. È appassionato anche di musica da camera, come dimostra la collaborazione con la tromba di Simon Hoefele. Nato a Torino, ha studiato al Conservatorio “Giuseppe Verdi” della sua città e si è perfezionato con Peter Sadlo a Monaco di Baviera.

L’apertura del concerto fiorentino è affidata ad una composizione inedita in prima esecuzione assoluta di Carlo Boccadoro, autore amico dell’ORT, più volte presente in stagione e nei programmi di Play It! L’opera, intitolata L’elettricità dei sogni è stata commissionata con il meritevole sostegno della SIAE per l’iniziativa Classici di oggi realizzata proprio per dare supporto alla musica dei nostri tempi. Il programma della serata sarà completato nella seconda parte con la Sinfonia n.4 Romantica di Anton Bruckner, opera dalla genesi molto particolare, segnata dalle numerose versioni che hanno caratterizzato la sua scrittura.

Rubino porterà sul palco del Teatro Verdi un ricco armamentario di meravigliosi strumenti e oggetti “dall’energia pura” che lui trasporta personalmente con un pulmino perché “portarsi gli strumenti è un lusso, ma suonare i propri è essenziale”.

Qualcuno dice che il ‘900 è stato il secolo delle percussioni. Di sicuro il “beat” è alla base di tutte le nuove musiche nate in quel periodo, dal jazz al r’n’blues, dal pop al rock. Rubino considera Bach il suo jazzista preferito e a lui ha dedicato una parte importante del suo lavoro. 

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