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Una donna senza paura: Oriana Fallaci raccontata da Franco Cardini

Il grande storico toscano racconta luci e ombre di una delle più grandi giornaliste del mondo

Una donna senza paura: Oriana Fallaci raccontata da Franco Cardini

Grandi occhiali scuri, capelli lisci con una netta scriminatura centrale e l’eterna sigaretta tra le dita. Icona del ‘900, Oriana Fallaci è la giornalista italiana più conosciuta e apprezzata al mondo. Ha avuto una vita per molti motivi straordinaria, è stata una delle prime donne a farsi strada in un mondo che fino ad allora alle donne sembrava precluso. Inventò un modo tutto suo di intervistare diventando essa stessa protagonista delle sue interviste, il suo carattere, il suo coraggio e le sue posizioni sempre molto poco politically correct la resero oggetto di attacchi e contestazioni.
A 14 anni appena adolescente prese parte alla resistenza partigiana militando nel gruppo Giustizia e Libertà. Ha trascorso gran parte della sua vita nei principali teatri di guerra del Novecento, a cominciare dal 1967 in Vietnam.
Negli anni Settanta è stata faccia a faccia con i “grandi” della terra: da Golda Meir a Yasser Arafat, da Henry Kissinger a Muammar Gheddafi, fino alla storica intervista con l’Imam Khomeini, nel corso della quale si tolse il velo per protestare contro la condizione delle donne nei regimi islamici.
Parallelamente all’intensa attività giornalistica ha scritto anche molti libri, dai resoconti dei viaggi come Niente e così sia (1969) e Intervista con la storia (1974) ai grandi successi: Insciallah (1990), Lettera a un bambino mai nato (1975) e Un uomo (1979) dedicato al suo grande amore perduto l’attivista greco Alekos Panagulis.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York pubblicò sul Corriere della sera l’articolo “La rabbia e l’orgoglio” in cui accusava l’Occidente e l’Europa di non avere avuto abbastanza coraggio nei confronti dell’Islam. Malata di cancro ai polmoni lasciò gli USA per vivere gli ultimi giorni nella sua città natale Firenze, dove è morta il 15 settembre 2006. Ha dichiarato: “Essere donne è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio”.

Parliamo di Oriana Fallaci con il professor Franco Cardini storico e saggista italiano esperto nello studio del medioevo e del mondo arabo-islamico contemporaneo.

Gentile Franco Cardini vorrei partire dall’episodio per cui Oriana è più famosa nel mondo, quando si strappò il velo dal capo di fronte a Khomeini, un gesto che è stato ‘mitizzato’ in realtà non era in pericolo di vita, giusto?
Lei sta parlando di uno dei più grandi politici del ventesimo secolo, ma le pare possibile che lei sapesse o pensasse anche lontanamente di rischiare qualcosa? Ma nemmeno se l’avesse fatto davanti a Stalin. Ci sono delle leggi nella politica, c’è un’informazione, c’è un diritto internazionale. Come si può pensare che lei potesse rischiare qualunque cosa che non fosse al massimo l’espulsione. Qui si sta parlando di un’intervista ufficiale di una giornalista famosa in tutto il mondo a un capo di stato di una delle prime potenze asiatiche e mondiali.

Come mai all’epoca fece così scalpore?
Lei lavora nei mass media e ne conosce benissimo la potenza. Oriana era una donna intelligente, una grande giornalista e una grande scrittrice. Era una persona di straordinaria esperienza. Perché lo fece? È evidente, voleva mettere in difficoltà un personaggio come Khomeini, voleva che reagisse in maniera violenta al suo gesto. Questo avrebbe fatto scandalo. Tra i due il personaggio da ammirare è Khomeini, culturalmente e politicamente intendo. Conoscevamo Oriana Fallaci, era abbastanza prevedibile il suo gesto, come quando lei chiese provocatoriamente ‘lei disprezza l’occidente, dice peste e corna della modernità, ma poi usa i refrigeratori, i microfoni, i ventilatori’. Khomeini rispose dicendo ‘la cultura occidentale è erede di quella greca, di quella romana, ha portato grandi innovazioni e realizzazioni, ci guardiamo bene dal buttar via tutto quello che è buono, noi mettiamo in discussione la sua moralità, la sua gerarchia dei valori, il primato dell’economia, il progresso dell’ateismo’. Tutte le domande che Oriana faceva, le faceva parlando non a lui, ma alla società civile occidentale cercando di suscitare reazioni. In questo caso come in altri non le è perfettamente riuscito il ‘gioco’, ciò è dovuto al fatto che Oriana mostra di non avere assolutamente le idee chiare di cosa fosse il mondo musulmano e la complessità dell’Islam, anche dei personaggi con i quali aveva a che fare. L’ha fatto anche in altre occasioni, con Gheddafi o Arafat era più semplice, con un personaggio della levatura culturale e morale dell’Imam Khomeini ha avuto più difficoltà.

Nel 2001 quando il Corriere della sera pubblico ‘La rabbia e l’orgoglio’, anche allora le sue opinioni estreme fecero abbastanza scalpore, nonostante venissero subito dopo l’11 settembre
Il suo problema nei confronti di quello che stava succedendo è che lei non era preparata a capire quei particolari problemi, ne conosceva altri, conosceva bene la crisi della dittatura greca, ma davanti all’Islam lei ha dato voce solo ai suoi pregiudizi. Lei sapeva benissimo di essere una che fondamentalmente guidava gli altri, li indirizzava e li impressionava. Il suo andare a ruota libera spregiudicatamente faceva parte del suo personaggio. Oriana non cercava la verità cercava di comunicare agli altri la propria verità. Eventuali passi falsi professionali che le è capitato di fare sono commisurati al suo obiettivo. A lei non interessava che il suo pubblico sapesse chi era Khomeini, lei voleva che il suo pubblico si convincesse che le sue idee su Khomeini fossero giuste. La sua tattica di interrogatorio non è riuscita perché si è trovata davanti a un personaggio straordinario.

Perché secondo lei è stata una grande giornalista?
È stata una grande giornalista perché ha capito sempre i temi e gli eventi che erano importanti nel suo tempo e che interessavano alla gente. Ha capito come piegare i mass media al proprio volere, sapeva che il grande pubblico che guarda la televisione non può capire le sfumature, la complessità degli scenari politici, vuole che le cose siano semplici. Lei andava dritta al punto, andava al centro, sapeva quello che voleva il pubblico, sapeva di essere intelligente e bellissima. Lei ha sempre saputo tutto, ma non le è mai interessato raccontare la verità, voleva convincere gli altri della sua verità cioè che l’Islam è il male, il mostro delle favole. Ma il ‘gioco’ non le riuscì con Khomeini che rispose con freddezza alle sue molteplici provocazioni. Non si è mai davvero interrogata sull’11 settembre, non si è mai chiesta il motivo, le cause del gesto dei terroristi, il fatto che una frangia estremista dei sauditi volesse spezzare l’alleanza degli Stati Uniti con il sovrano dell’Arabia saudita. Questo voleva fare Osama Bin Laden e non ci è riuscito. Non si è mai chiesta perché una nazione democratica e a suo parere tenutaria dei valori di libertà e giustizia dell’Occidente come gli Stati Uniti avesse accordi con l’Iraq. La nostra amicizia è sempre stata affettuosa, ma lei sapeva che io nutrivo e nutro grande ammirazione per il mondo musulmano e non ha mai cercato di convincermi delle sue idee. Io sapevo che lei sapeva e lei sapeva che io scrivevo sui giornali l’opposto di quello che scriveva lei.

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