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Giorno della Memoria, Nardella: ‘Scrivete, qui c’è un antifascista’

Oltre settemila studenti da tutta la Toscana al Mandela Forum di Firenze. La vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni: ‘Non odio ma volontà di costruire, il senso della memoria è questo’

Giorno della Memoria

‘Non odio ma volontà di costruire. Il senso della memoria è questo, incidere nel presente per costruire relazioni di pace e di giustizia’, questo il messaggio che la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni ha rivolto stamani agli oltre 7 mila giovani presenti al Mandela Forum di Firenze in occasione del Giorno della Memoria, il giorno del ricordo, della narrazione delle deportazioni, degli stermini, delle vite spezzate.

Barni non ha mancato di ringraziare anche gli insegnanti delle scuole toscane che ogni anno preparano gli allievi sul tema della memoria, un percorso delicato e importante,  condiviso con le politiche della Regione centrate sui temi della memoria, della storia e dei valori della Costituzione. 

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“E’ in corso la terza guerra mondiale come ha ricordato Papa Francesco –  ha proseguito la vicepresidente – e oggi invito a riflettere su tutte le vite spezzate. Riflettiamo sui processi che portano a questi orrori, su quali siano i meccanismi che li generano. Essere qui ad ascolare oggi non ci permetterà più di rifugiarsi nell’indifferenza”.

 

Oltre a Barni anche il sindaco di Firenze Dario Nardella ha voluto rivolgere un suo messaggio agli studenti. ‘Mettete  davanti sulla porta di casa la scritta ‘qui c’è un antifascista‘ – ha detto il primo cittadino, invitando poi  a fare “come il sindaco di Milano, in risposta a quella vergognosa scritta che è stata apposta davanti alla casa del figlio di un ex deportato a Mondovì. Anche queste sono risposte efficaci, simboli che ci servono ad avere una memoria collettiva, e a coltivarla: senza memoria non c’è futuro”.

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Tutte le forme di discriminazione, per il sindaco, ‘possono essere combattute grazie alla memoria, e quello che si fa oggi è fondamentale: incontrare i giovani, pensiamo ai viaggi che noi organizziamo in Polonia, in Austria e in Italia nei campi di concentramento e di lavoro. Anche quello è un antidoto, bisogna essere perseveranti: goccia dopo goccia, passo dopo passo, soltanto mantenendo la memoria e compiendo questi atti forti con i giovani noi possiamo cambiare quello che avviene’.

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