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Una cooperativa di comunità per rilanciare il Borgo delle Camelie

Tra i progetti finanziati dalla Regione Toscana anche il centro culturale che a Pieve di Compito, nel comune di Capannori, organizza la Mostra delle Antiche Camelie della Lucchesia

Pieve di Compito, nel comune di Capannori, è conosciuto come il Borgo delle Camelie perché qui – caso unico in Italia – fioriscono oltre mille cultuvar di camelie. Un’esplosione di colori, di petali dal bianco al rosa al rosso scuro, foglie di un verde intenso, che tra marzo e aprile nel momento della massima fioritura modificando il paesaggio attorno all’antico paese, richiamando migliaia di visitatori per la Mostra delle Antiche Camelie della Lucchesia.

È in questo pezzo della piana di Lucca caratterizzata da boschi, strade strette e case di pietra, che è nato uno dei 25 progetti di cooperative di comunità che la Regione Toscana ha deciso di finanziare, nel dicembre scorso, mettendo complessivamente a disposizione un milione e 200 mila euro, per invertire lo spopolamento e l’impoverimento della aree più marginali del territorio.

Ieri l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli ha visitato il paese ed il borgo. “Un patrimonio potente – ha osservato l’assessore – che questa piccola comunità ha saputo valorizzare e che grazie alla cooperativa di comunità, potrà crescere ulteriormente, a vantaggio dell’economia del territorio, dell’occupazione, anche attraverso l’inserimento di persone svantaggiate e di un turismo di qualità, mettendo così anche un freno all’abbandono del territorio da parte dei giovani”.

Nel Compitese dal 1976 esiste un centro culturale dedicato alla coltivazione di moltissime varietà di camelie. L‘idea che sta anche alla base del progetto di cooperativa di comunità, è quella di puntare sulla valorizzazione e tutela del paesaggio e della ricchezza botanica, attivando anche percorsi di inclusione e animazione sociale. Le piantagioni e le serre della zona, fra cui anche una piantagione di tè, sono uniche in Italia. Il progetto punta a valorizzare la filiera corta, anche grazie alla gestione di un bar-ristorante, al rilancio dell’accoglienza e dello sviluppo turistico nonché all’adeguamento del giardino e dello spazio giochi, con l’inserimento in attività lavorativa di soggetti svantaggiati a rischio di esclusione sociale.

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