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Il cellulare ‘non prende’ in 54 comuni, la Regione Toscana convoca i gestori

Obiettivo dell’incontro è stato definire ipotrsi e progetti per intervenire con nuove infrastrutture nelle aree dove i gestori non hanno interesse ad investire 

Il cellulare ‘non prende’ e la Regione Toscana convoca i gestori - © Akhenaton Images

In Toscana ci sono ancora molte zone in cui ci sono pochi abitanti e dove è impossibile navigare su internet dal mobile ma anche semplicemente telefonare. Per risolvere questo annoso problema Tim, Vodafone, Wind, Tre e Iliad, Regione, Anci Toscana, piccoli comuni si sono seduti tutti attorno ad uno stesso tavolo per capire come risolverlo il più velocemente possibile.

Secondo il report stilato dalla Regione sono almeno cinquantaquattro i Comuni dove il segnale mobile è in alcune frazioni oggi del tutto assente o comunque dove si registrano disservizi. Con altre segnalazioni che stanno arrivando, anche ad Anci Toscana, la lista si allungherebbe a oltre sessanta, oltre il 25 per cento di tutti i comuni della regione. Troppi. Un problema di civiltà, cittadinanza digitale ma anche di sicurezza e che crea disagi anche ad interventi di protezione civile. Un problema inoltre per lo sviluppo turistico, oltre che di opportunità per i residenti. Non succede solo in zone di montagna, come a Fosdinovo in provincia di Massa Carrara o Marliana in provincia di Pistoia, ma anche in aree interne più pianeggianti come Palaia, Sovicille o Loro Ciuffenna.

A inizio dicembre la Regione Toscana, su iniziativa dell’assessore Vittorio Bugli, aveva focalizzato l’attenzione sul tema ed annunciato, insieme ai primi cittadini dei territori interessati, che avrebbe chiesto un incontro a tutti i gestori.  “Nel frattempo – spiega l’assessore è stato fatto un censimento dei comuni interessati che sarà messo a disposizione dei gestori. Ci rivedremo entro la fine di gennaio con due obiettivi”. Il primo è capire anzitutto quali sono gli interventi già in programma e i tempi di realizzazione: nei prossimi giorni gli operatori invieranno alla Regione il quadro delle azioni pre viste. Il secondo obiettivo sarà definire a quel punto con tecnici e progettisti, per le le aree dove i gestori non prevedono interventi, una ipotesi sulle infrastrutture necessarie per ottimizzare la copertura del territorio: in particolare ripetitori e tralicci in grado di ospitarli, con disponibilità di allacci per energia elettrica e fibra ottica.

“La Regione non ha competenze specifiche – precisa Bugli – , ma vogliamo individuare un percorso che consenta di trovare insieme una soluzione per tutti e, se necessario, stabilire anche una scala di priorità negli interventi”. La Toscana è la prima Regione in Italia che ha deciso di aprire un tavolo con tutti i gestori. “E lì – spiega ancora l’assessore – affronteremo anche altre questioni. Vogliamo capire ad esempio dagli operatori se ci sia l’esigenza di semplificare alcune procedure. A questo scopo abbiamo fissato un successivo incontro con i gestori stessi e tutti gli enti coinvolti nel rilascio dei permessi, da Arpat alle Soprintendenze”. L’esempio delle conferenze di servizi uniche ‘inventate’ per gli interventi sulla banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato potrebbe fare da modello.

“Vogliamo ragionare – prosegue Bugli – in modo pratico e concreto di progetti e tempi di realizzazione. Siamo disposti naturalmente anche a fare la nostra parte, nel rispetto dei ruoli e delle normative. Prima abbiamo però bisogno di capire dove e con quali risorse intendono intervenire i gestori”. L’assessore ha già segnata in agenda una prima scadenza: l’ultima finanziaria del governo ha stanziato un milione mezzo di euro, ma va presentato un progetto entro la fine di marzo. “Per questo – dice – occorre fare presto. Al tavolo inoltre vogliamo affrontare anche il tema del 5G, la nuova tecnologia che consente connessioni ancora più veloci”.

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