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Ricerca: dagli insetti la strategia per conservare il cibo in modo biologico

Il Progetto internazionale Fedkito, guidato dall’Università di Pisa, ha messo a punto diversi packaging per la conservazione di carne o frutta con una sostanza naturale ricavata dagli insetti

Uno spray all’aroma di pepe per conservare più a lungo la carne oppure una pellicola alla cannella per proteggere le mele da insetti e funghi, tutto a base di chitosano, una sostanza del tutto naturale e biodegradabile ricavata in questo caso dagli insetti. È questo lo scenario di un futuro non troppo lontano al quale stanno lavorando gli scienziati di Fedkito, un progetto triennale appena finanziato nell’ambito di Prima (Partnership for research and innovation in the Mediterranean area) attualmente il più importante programma di ricerca dell’area euro-mediterranea.

Barbara Conti, del dipartimento di Scienze agrarie alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, è la coordinatrice del progetto che coinvolge Italia, Francia, Grecia, Tunisia e Marocco, spiega una nota, con la partecipazione di atenei, istituti di ricerca e aziende.

nutraceutica cibo

Nell’ambito di Fedkito i ricercatori svilupperanno diversi packaging a base di chitosano arricchiti di oli essenziali in base alle caratteristiche di cibi che dovranno essere conservati, quindi film per proteggere frutta fresca e vegetali, spray per la carne, e liquido per i prodotti caseari.
“Per potenziare gli effetti protettivi del chitosano – spiega Barbara Conti – abbiamo avuto l’idea è di aggiungere degli oli essenziali che sceglieremo sulla base di abbinamenti un’analisi sensoriale che tengano conto del gusto e degli aromi in modo da dare ai consumatori un ulteriore valore aggiunto”.

I ricercatori vogliono sperimentare anche una speciale “etichetta intelligente” dotata di biosensori per misurare l’eventuale presenza di micotossine e residui di pesticidi e residui che possono compromettere la qualità e la salubrità dei cibi anche durante le fasi di trasporto, e stoccaggio e vendita al dettaglio.
“Il progetto si basa anche sul principio dell’economia circolare – conclude Conti – e così ricaveremo la chitina per il chitosano dagli stessi insetti utilizzati per degradare ed eliminare i rifiuti e gli scarti della filiera agroalimentare”.

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