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A Gavorrano una ‘rivoluzione’ idroponica che si chiama Sfera Agricola

In provincia di Grosseto è nata una innovativa serra che produce pomodori, insalate ed erbe armatiche con un risparmio di acqua fino al 90%

A Gavorrano una ‘rivoluzione’ idroponica che si chiama Sfera Agricola

Il 97% di acqua in meno per produrre un chilo di pomodori: questo il risultato a cui è giunta Sfera Agricola, l’azienda di Gavorrano in provincia di Grosseto che produce in una innovativa serra idroponica pomodori, insalate ed erbe aromatiche con un risparmio di acqua fino all’80-90% rispetto alla coltivazione tradizionale in campo aperto, oltre a garantire un uso più efficiente dei concimi e un maggior controllo delle condizioni fitosanitarie.

“Coltiviamo in maniera assolutamente sostenibile dal punto di vista ambientale – spiega Luigi Galimberti, amministratore delegato di Sfera Agricola – consumando pochissima acqua: addirittura riusciamo a produrre un chilo di pomodori o di insalata consumando solo due litri d’acqua contro i 75 litri del campo aperto. Di questi due litri d’acqua, oltre il 90% sono recuperati dall’acqua piovana. La Fao ci ricorda che nel 2050 saremo 10 miliardi sul pianeta, e avremo bisogno del doppio dell’acqua e della terra per produrre cibo per tutto. Con Sfera riusciamo a produrre molto di più consumando molto meno”. Oltre al recupero dell’acqua piovana, Sfera a Gavorrano sfrutta anche i propri rifiuti vegetali, che vanno ad alimentare la caldaia incaricata di generare calore per la serra nei periodi meno caldi.

Nichel free e residuo zero, ma anche “una spiccata dolcezza”: queste le caratteristiche dei prodotti di Sfera Agricola, Luigi Galimberti sottolinea che “i pomodori sono stati i primi prodotti che abbiamo lanciato, ma adesso proponiamo una gamma completa di insalate e cavoli per assecondare le esigenze dei nostri consumatori, in qualche maniera vorremmo entrare tutte le tavole offrendo una gamma di prodotti completa”. Caratteristica distintiva dei prodotti di Sfera è la mancanza di metalli pesanti. “L’allergia ai metalli pesanti – dice Galimberti – è un problema che tocca il 30% delle donne, e tutti i nostri prodotti sono certificati nichel free, oltre che residuo zero. Ci piace considerarci oltre il biologico, perché noi all’interno della serra utilizziamo esclusivamente lotta biologica, il ricorso ai trattamenti fitosanitari è ridotto al minimo, e il prodotto trattato non viene mandato in distribuzione”.

L’eliminazione dei diserbanti è possibile con la coltura idroponica: le piante non crescono nella terra, ma affondano le loro radici in un supporto di lana di roccia che simula il terreno, oppure in una vasca di acqua su cui galleggia un supporto in polistirolo espanso. L’impianto idrico è realizzato in polietilene e materiale plastico, senza ricorso all’acciaio: le caratteristiche dell’acqua in entrata, sia di quella dei pozzi che dell’acqua piovana recuperata, sono preventivamente analizzate in modo da escludere la presenza di metalli pesanti. “Riusciamo a controllare temperatura e umidità nella serra – spiega Daniele Schirru, direttore operativo di Sfera Agricola – e riusciamo a far crescere le nostre colture con gli elementi nutritivi che decidiamo noi, eliminando gli inquinanti”.

Sfera Agricola ha attualmente una serra da 13 ettari dedicati a colture idroponiche di ortaggi, “la più grande per estensione del Sud Europa”, spiega Galimberti che aggiunge”La nostra intenzione è quella di crescere nelle regioni limitrofe, stiamo valutando degli investimenti nel Lazio: l’ambizione è poter iniziare già nel prossimo anno il cantiere per una serra da 20 ettari che potrebbe dare lavoro a oltre 500 persone”. 

I nuovi investimenti sono al centro del piano che presto l’amministratore delegato sottoporrà ai soci di Sfera, fra cui il fondo di impact investing Oltre Venture. “Ad oggi – dice – abbiamo assunto oltre 230 dipendenti a cui paghiamo regolarmente stipendi e contributi, che non è una cosa scontata nel nostro Paese. Abbiamo l’ambizione di crescere: personalmente vorrei realizzare 500 ettari nei prossimi 10 anni, 500 ettari che porterebbero la bilancia del nostro Paese a ridurre drasticamente l’importazione di pomodori e peperoni da Paesi come la Spagna e l’Olanda”. In termini di risultati economici “quest’anno, che è il nostro primo anno a regime – spiega Galimberti – contiamo di superare i 10 milioni di fatturato: per il prossimo sono attesi oltre 12 milioni”.

Per informazioni:
https://www.sferaagricola.it/

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