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Toscana, il turismo rischia un -67%. Federalberghi lancia l’allarme

Irpet stima un calo di presenze che varia dal 38 al 67 per cento. Per l’associazione di categoria delle imprese alberghiere il danno sarà superiore ai 7 miliardi

Firenze - © Ilaria Giannini

La nota pubblicata da Irpet sull’impatto del Coronavirus sull’economia turistica della Toscana certifica la drammatica situazione che vivrà il comparto durante tutto il corso del 2020. L’istituto di ricerca della Regione, infatti, ha elaborato due possibili scenari derivanti dal prolungarsi dell’emergenza sanitaria, in cui nell’ipotesi più ottimista prevede un calo complessivo delle presenze del 38% per la Regione Toscana, e stima un calo annuo del 67% nello scenario più negativo.

«Purtroppo lo scenario più negativo è anche quello più probabile» commenta il Presidente di Federalberghi Toscana, Daniele Barbetti. «Le misure di contenimento infatti dureranno per molti mesi e possiamo facilmente prevedere la mancata riapertura del mercato internazionale. L’Irpet certifica che il turismo, e in particolare il settore ricettivo, è il comparto che subirà più duramente e più a lungo la crisi economica dovuta al Covid-19, e valutiamo che il danno economico sarà purtroppo anche superiore ai 7 miliardi stimati da Irpet».

Federalberghi Toscana chiede misure all’altezza della gravità della situazione, dal momento che molte imprese non riapriranno per la stagione turistica, e una drammatica percentuale delle stesse rischiano di non riaprire mai più. Il durissimo colpo si ripercuoterà anche sull’occupazione, dal momento che molti collaboratori e lavoratori stagionali non potranno essere riassunti quest’anno.

«Abbiamo urgente bisogno di misure all’altezza della gravità della situazione» prosegue Barbetti. «Serve più coraggio da parte delle istituzioni nell’affrontare la burocrazia per la Regione Toscana, e la necessità di tradurre in fatti concreti i nuovi provvedimenti: penso ad esempio al decreto liquidità, all’indennità di 600 euro per i lavoratori stagionali e al pagamento della cassa integrazione e fondo integrativo salariale, che ad oggi non hanno ancora prodotto alcun effetto reale sull’economia e sulla vita delle famiglie. In particolare, la liquidità per le imprese turistiche è in questo momento la priorità principale, perché far sopravvivere le imprese è l’unico modo per difendere i posti di lavoro, ed essere quindi pronti a ripartire non appena l’emergenza sanitaria sarà superata».

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