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In un libro i percorsi per camminare in Toscana oltre la Francigena

La pubblicazione, edita da Pacini Editore in collaborazione con Regione Toscana, è un invito a percorrere gli itinerari meno noti del nostro territorio

Il libro Camminare in Toscana. Storia e identità in sei percorsi nasce per raccogliere spunti e suggestioni per mettersi in viaggio su cammini nuovi e riscoperti della regione. Il volume, curato dall’esperta di turismo sostenibile Barbara Gizzi, si propone come un libero invito ad affrontare sei di quei percorsi che attraversano la Toscana, ma che non corrispondono alla più conosciuta e battuta Via Francigena. Nel territorio regionale, infatti, si possono incontrare vie sacre altrettanto ricche di storia e cariche di spiritualità, come la Via del Volto Santo o il Cammino di Santa Giulia, nonché la Via Romea e il Cammino di San Jacopo. Insieme a queste, anche strade che non si rifanno strettamente a pellegrinaggi religiosi, come la Via degli Etruschi o la Via dei Bozzi, storico percorso originato dalla transumanza.

Autrice della pubblicazione è Barbara Gizzi, che progetta sistemi turistici per mestiere, ma che soprattutto ha nel DNA il gene della migrazione. I suoi nonni, infatti, pastori in Abruzzo, hanno fatto vivere a Barbara proprio la tradizione della transumanza e le abitudini del mondo rurale, tanto da lasciarle una passione particolare per la natura, la montagna e l’essere viandanti.

Spostarsi, che sia per necessità o per puro diletto, è qualcosa che l’uomo fa dalla notte dei tempi e che contribuisce da sempre a plasmare la cultura dell’essere umano. Come ci conferma Gizzi, in queste vie attenzionate dalle sue ricerche si percepisce una commistione di identità, costituite da quelle degli spazi su cui insistono, ma anche da quelle delle persone che nel tempo le hanno attraversate. “Così oggi” – spiega l’esperta – chi si avventura per queste strade cerca un contatto con la popolazione locale che raramente si incontra in altre forme di turismo. Lungo i cammini si ritrovano poi ritmi perduti che non si riescono più a trovare nella società odierna, ritmi più aderenti alla condizione di essere umano. Camminare porta inoltre alla riscoperta di sé, ma soprattutto all’incontro con l’altro. Ciò avviene sia se uno viaggia in compagnia, sia se si sceglie di partire da solo e questo è perché quando uno si immette in un cammino lo fa senza indossare una maschera”.

Più che di turisti, si può parlare quindi di ritrovati viaggiatori, che possono portare innumerevoli benefici a livello locale. È ormai chiaro che anche le istituzioni hanno compreso la grande potenzialità di questo tipo di turismo e questa pubblicazione è un sintomo di questa attenzione. “Si è capito che i cammini sono un momento di sviluppo sostenibile, anche in termini economici. Possono ridare vita al tessuto socio-economico di un territorio, soprattutto se attraversano aree marginali o problematiche”, dice Gizzi. “In Toscana si fanno investimenti in questo senso da 10 anni, tra censimenti di tracciati, manutenzione, ma anche eventi, come accade per la Francigena. È soprattutto su questa via che si vedono i risultati di questo impegno: se si segue il tracciato ufficiale ci si rende conto che ora è completamente percorribile. Adesso si sta lavorando su altri percorsi: in questa regione ci sono più di 40 cammini potenziali, come quello della Via di Francesco o il Cammino di Santa Giulia, che da Livorno giunge fino a Brescia”. Questi itinerari, infatti, spesso travalicano i limiti territoriali e amministrativi in senso stretto, diventando testimonianza di una libertà insita nel muoversi.

Il libro di Barbara Gizzi, pensato più come un racconto che una guida, unisce ai tracciati approfondimenti, accenni alle specialità enogastronomiche, attrazioni e notizie sulle feste tipiche. Perpetua così le politiche che in Toscana, come in tutta Europa, studiano oggi sempre più i percorsi storici per poterne poi esaltare i valori paesaggistici e culturali, dando al movimento nello spazio un valore che trova significato al di là della meta. In un tempo in cui il confine sembra l’unico orizzonte adatto a rassicurare, i cammini turistici dunque non solo sopravvivono ma si rafforzano.

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