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Un voucher per le coppie che rinunciano al cellulare a cena. Anche in Toscana il primo ristorante tech-free

A Marina di Cecina il ristorante Separè 1968 ha lanciato l’iniziativa “Torniamo a parlare”, per una disintossicazione da internet durante la cena. Alla base la volontà di permettere ai clienti di concentrarsi sull’esperienza culinaria (anche per guastare davvero le pietanze)

Separè 1968

Chiacchierare, sorridere, gustarsi il cibo per scoprirne addirittura un gusto diverso, più intenso da quello cui siamo abituati quando seduti a ristorante diamo più importanza al feed di Instagram che alla pietanza cucinata e servita per noi.

Li hanno ribattezzati “ristoranti tech free”, in questi locali è vietato stare al cellulare durante la cena. Dall’America al nord Europa, stanno prendendo piede anche in Italia iniziative di ristoratori che chiedono ai propri clienti di consegnare loro il cellulare prima di prendere posto . Un modo per far riscoprire ai clienti il piacere di guardarsi negli occhi, conversare e mangiare.

A Verona il titolare del ristorante il Condominio di via Marconi in pieno centro offre una bottiglia di benvenuto a chi acconsente di lasciare il proprio cellulare in un armadietto per riprenderlo solo a fine serata. In Toscana la prima iniziativa di questo genere è di Niccolò d’Andrea, titolare del ristorante Separè 1968 sul lungomare di Marina di Cecina.

“Torniamo a parlare”, questo il messaggio-slogan che Niccolò, titolare insieme ai fratelli, ha deciso di lanciare nel suo locale proponendo ai commensali di disfarsi del proprio smartphone il tempo della cena per guastarsi compagnia e buon cibo senza distrazioni, in cambio ottengono anche un voucher da utilizzare entro sei mesi. “Riscoprire il momento della convivialità a tavola. Condividere impressioni e sapori in modo spensierato e genuino. Aprirsi al gusto e alla socialità di una volta”, questa la definizione che danno di condivisione al Separè e la mettono in pratica, o meglio: mettono in condizione i loro clienti di metterla in pratica.

L’idea, Niccolò l’ha presa da una boutique svedese dove veniva chiesto ai clienti di spegnere il cellulare per poter apprezzare veramente i colori dei capi in vendita.

Il concetto è lo stesso per il cibo. “Le pietanze cambiano gusto, sembra incredibile ed è un esperimento che consiglio di fare a tutti: ma quando si trova il tempo e l’attenzione per concentrarsi su ciò che mangiamo, capita di scoprire che i sapori sono più intensi”, racconta Niccolò, una scoperta che hanno già fatto alcuni dei suoi commensali al Separè.

I clienti che hanno scelto di cenare sbarazzandosi del cellulare hanno lasciato pareri molto positivi, non solo perché hanno potuto concentrarsi davvero sulla conversazione con il partner (l’iniziativa “Torniamo a parlare” del Separè è riservata alle sole coppie) ma perché hanno gustato i sapori come forse non avrebbero fatto se distratti da notifiche e chiamate.

La “digital detox”, letteralmente “disintossicazione digitale”, Niccolò l’aveva sperimentata per primo a cena con gli amici, “un po’ per gioco”, poi la decisione di proporla ai clienti del ristorante. “Spesso ci capita di notare coppie sedute una di fonte all’altra entrambe con lo smartphone in mano e pensiamo ‘Che tristezza’ poi però ci ritroviamo in quella stessa situazione senza neppure rendercene conto”. Tanto siamo abituati e i due anni di pandemia non hanno certo aiutato. Anzi, quello che era un diversivo dalla noia durante giornate tutte uguali passate a cercare di sfuggire ad un mostro invisibile e subdolo è diventato il “mostro”, il pericolo principale, soprattutto per i più piccoli, abituati a dialogare con uno schermo, meno con gli altri. Senza entrare nel merito degli effetti dell’eccessiva esposizione ad internet, fino ad arrivare alla dipendenza, con conseguenze anche gravi sulla salute, c’è anche un altro aspetto: per un cuoco, uno chef, per lo stesso titolare, uscire dalla cucina, entrare in sala e vedere i propri commensali più interessati allo smartphone che all’esperienza culinaria (e non solo) studiata, ideata e resa per loro, non è affatto piacevole. “Avvilente” lo descrive Niccolò.

Quindi al bando i cellulari. Ben vengano iniziative come quella del Separè per tornare a riscoprire l’autenticità delle cose, senza filtri bellezza, senza dover sentire il bisogno di raccontare agli altri pensando piuttosto a vivere noi stessi, appoggiando da parte per un attimo il nostro narcisismo e concedendoci il piacere del momento e dell’altro. Tu, lui o lei, un piatto cucinato alla perfezione, il mare che si fa sentire a poca distanza, una buona bottiglia di vino e il cellulare in un cassetto, almeno per qualche ora.

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