Salute/ARTICOLO

10mila passi per stare in salute Torregalli sperimenta i podometri

All'ospedale fiorentino quattro pazienti saranno monitorati per quattro mesi nelle attività di prevenzione di ischemie

/ Redazione
Lun 11 Maggio, 2015
Salute contapassi

Esiste il numero perfetto per stare bene? Forse sì, ed è una cifra molto semplice da ricordare: diecimila. Questa la 'formula' che permetterebbe, secondo numerosi studi in ambito scientifico, di evitare il verificarsi di ischemie e di colesterolo cattivo, agendo positivamente sulla riduzione dell'indice di massa corporea e diminuendo la glicemia a digiuno, con effetti benefici anche per la mobilità articolare.

Per questo all'ospedale San Giovanni di Dio di Firenze la ASL 10 ha avviato recentemente la sperimentazione di alcuni podometri – conosciuti ed utilizzati nell'attività motoria anche come contapassi – per aiutare le persone affette da claudicatio intermittens (una forma di difficoltà deambulatoria) agli arti inferiori.

I primi pazienti – 4 per ora – sono stati arruolati in maniera sperimentale e l'ASL conta di aumentarne considerevolmente il numero, a partire da settembre, distribuendo tutti i 25 podometri disponibili. Si calcola che solo nel territorio fiorentino ogni anno ci siano circa 1.000 i casi di claudicatio intermittens che evolvono in ischemia critica degli arti inferiori.
La diagnosi precoce è uno dei principali obiettivi dei programmi di sorveglianza per prevenire possibili ischemie critiche; inoltre l'arrività motoria consente di gestire la patologia attraverso interventi medici che comprendono la terapia farmacologica e l’esercizio fisico.
Con i 10.000 passi si realizza perciò solo una delle tre componenti necessarie a completare la prevenzione dei fattori di rischio: una corretta alimentazione ed abolizione del fumo di sigaretta; la necessaria terapia medica a base di antiaggreganti e ipolipemizzanti ed infine proprio l’esercizio fisico.

I quattro pazienti a cui è stato donato il contapassi verranno seguiti con cadenza settimanale per un periodo massimo di 4 mesi, verificando così l’efficacia dei pedometri nel ridurre i sintomi della claudicatio intermittens e prevenire così l’evoluzione verso l’ischemia critica degli arti inferiori.

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