Innovazione/ARTICOLO

250mila anni di ghiaccio per studiare il clima

Ricerca in Antartide, l’Università di Firenze premiata da Napolitano in nome della biodiversità

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
antartide_pinguini
Una profondità di 1620 metri, una “carota” di ghiaccio datata fino a 250mila anni fa, che porta con sé una registrazione dettagliata e continua della storia del clima e dell’atmosfera terrestre a partire dall’ultima glaciazione e comprendente il periodo “interglaciale” attuale.  Ha prodotto frutti preziosi per la ricerca sui cambiamenti climatici il Progetto Europeo di perforazione di ghiaccio in Antartide “TALDICE” (TALos Dome Ice CorE), a cui partecipa l’Università di Firenze.

E non a caso ha ricevuto dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Stefania Prestigiacomo il titolo di “Ambasciatore della Biodiversità” per l’eccellenza scientifica. La cerimonia si è svolta sabato 22 maggio alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
 
Il riconoscimento, che viene conferito per importanti ricerche che si sono distinte per impegno e sensibilità in campo ambientale, premia TALDICE, progetto di ricerca paleoclimatico che prevede lo studio di una perforazione profonda di ghiaccio in Antartide. I ghiacci polari, infatti, costituiscono l’archivio naturale più dettagliato e completo della storia del clima e dell’atmosfera terrestre, rappresentando pertanto una risorsa di fondamentale importanza per gli studi sui cambiamenti climatici.
 
TALDICE è un progetto europeo a leadership italiana a cui partecipano anche Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera. L’Italia è rappresentata da ricercatori dell’ENEA, delle Università di Bologna, Milano-Bicocca, Firenze, Parma, Venezia, Trieste, dell'Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali del CNR e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Le ricerche italiane, a cui partecipano componenti del Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università di Firenze guidati da Roberto Udisti, sono svolte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e sono gestite dal Consorzio per l'attuazione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA)  a cui partecipa anche l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
 
La rilevanza scientifica delle ricerche italiane in questo campo era stata già consacrata da riconoscimenti di prestigio come il ’Premio Cartesio 2007, conferito dalla Commissione Europea al progetto europeo ‘EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica), e dal premio E2 - Eccellenze ENEA 2008, conseguito per la realizzazione di sistemi di perforazione profonda di ghiaccio e analisi delle carote prelevate in Antartide.
 
“Questi risultati – ha sottolineato Roberto Udisti, associato di Chimica analitica dell’Ateneo fiorentino e responsabile scientifico del Consorzio di Chimica del Progetto TALDICE - sono stati raggiunti grazie a una programmazione scientifica pluriennale e a congrui finanziamenti accordati al PNRA negli anni precedenti che hanno consentito di raggiungere livelli di eccellenza nella ricerca e nella collaborazione internazionale. Spero – ha proseguito Udisti - che l’attuale situazione di grande incertezza sui finanziamenti per l’Università e la ricerca venga quanto prima superata, per evitare il rischio che la ricerca italiana perda il ruolo di primo piano, così faticosamente guadagnato, nell’affrontare nuove sfide nelle aree polari, le più sensibili al cambiamento climatico e già soggette a radicali modificazioni ambientali”.

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