Cultura/ARTICOLO

A Bagno a Ripoli in mostra il '500 di Francesco Granacci

C'è tempo fino al 12 gennaio per visitare l'esposizione che per la prima volta raccoglie le opere dell'artista toscano

/ Costanza Baldini
Ven 3 Gennaio, 2014
Madonna con bambino del Museo Civico di Arezzo

A Bagno a Ripoli una mostra per celebrare uno dei più grandi artisti del '500 toscano: Francesco Granacci. La "scusa" è la presenza nella Pieve di San Donnino a Villamagna di un dipinto d’altare da annoverarsi tra gli esiti più felici del Granacci (nato a Villamagna nel 1469/1470), e cioè la Madonna col Bambino tra san Donnino e il beato Gherardo di Villamagna.

Proprio quest'opera, infatti, ha suggerito ai due curatori Lucia Aquino e Simone Giordani di riunire nella sede dell’Oratorio di Santa Caterina all’Antella la prima rassegna incentrata sulla figura del pittore. L’esposizione che si inserisce nella collana “La città degli Uffizi”, vuole contribuire a focalizzare la personalità e il catalogo di un artefice di importanza capitale per lo sviluppo della maniera moderna. Dal momento che l’unico studio monografico a lui dedicato dallo studioso tedesco Christian von Holst risale al 1974, l’iniziativa è anche un’importante occasione per approfondire le conoscenze e rinnovare le riflessioni critiche sul pittore.

Le numerose informazioni che Vasari riferisce sulla sua vita consentono di chiarirne il ruolo di primo piano nell’ambiente artistico fiorentino: Francesco crebbe e maturò artisticamente accanto al Buonarroti (più giovane di appena un anno), cui fu legato fin dalla fanciullezza da fraterna amicizia. I due furono educati nella bottega di Domenico Ghirlandaio, si esercitarono sui testi chiave della tradizione fiorentina – come gli affreschi di Masaccio al Carmine – e frequentarono insieme il Giardino di San Marco, fulcro del milieu intellettuale mediceo alla fine del XV secolo.

Insieme alla già ricordata Pala di Villamagna si possono ammirare in mostra l‘Ingresso di Carlo VIII (dalla Galleria degli Uffizi) e la Pala di Santa Verdiana, appartenente un tempo alla confraternita di San Sebastiano che aveva sede nel convento di San Francesco a Castelfiorentino; la Decapitazione di santa Apollonia (Galleria dell’Accademia) che faceva parte della predella del polittico dell’altar maggiore del monastero fiorentino di Santa Apollonia: opera per la quale, secondo Vasari, Michelangelo aveva eseguito il progetto della carpenteria e Granacci i dipinti che vi trovavano posto. Un’impostazione più classica, ispirata a modelli primo-cinquecenteschi di Fra’ Bartolomeo e Raffaello, si ritrova invece nella Sacra Famiglia con san Giovannino (Galleria Palatina) o nella Madonna col Bambino, san Giovanni e san Giuseppe della Congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri a San Firenze.

L’esposizione si propone, dunque, d’illustrare i principali passaggi della carriera del pittore mettendolo a confronto con la figura del pittore fiorentino Giovanni di Lorenzo Larciani (Firenze 1484 – 1527) che gli fu molto vicino e arrivò perfino a replicarne figure e addirittura composizioni. L’artista, noto fino a qualche tempo fa solo agli specialisti col nome fittizio di Maestro dei Paesaggi Kress, impostogli da Federico Zeri in un fortunato articolo del 1962 dal titolo Eccentrici fiorentini, ha guadagnato un’identità storica grazie al rinvenimento di una carta d’archivio riguardante il contratto di allogagione della Pala di Fucecchio, di cui in mostra è presente la bizzarra lunetta.

Faceva parte del primo nucleo di opere riunite da Zeri un’altra opera esposta: la Madonna col Bambino del Museo Civico di Arezzo (in deposito esterno dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze) che testimonia un forte legame con la tavola di Granacci proveniente dal complesso di San Firenze. L’Allegoria della Fortuna (Galleria degli Uffizi), una piccola ma preziosa tavola, e la Madonna col Bambino e San Giovannino (di collezione privata) sono opere entrate nel corpus del Larciani nel corso degli anni e sono indice di un sempre crescente interesse suscitato da questo eclettico pittore. Quest’ultima tavola è posta a confronto, nell’esposizione, con un rilievo attribuito alla bottega di Donatello, per attestare quel clima di revival del celebre scultore fiorentino che per primo aveva rappresentato con enfasi i moti dell’animo umano.

Epilogo di questa significativa mostra è il raffinato tempietto esagonale, presentato al pubblico per la prima volta, che può essere assunto quale emblema del legame inscindibile tra pittori e legnaioli nel Rinascimento fiorentino.

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Info e prenotazioni

Orario, fino al 12 gennaio 2014: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 10-17.30 sabato e domenica 10-19.

Ingresso alla mostra:
€ 6,00 intero;
€ 5,00 ridotto: gruppi (minimo 10 persone), maggiori di 65 anni, soci Coop.
€ 3,00: studenti e scuole, famiglie con figli sino a 14 anni, possessori Firenze Card.
Gratuito: insegnanti con classe, accompagnatori di un gruppo organizzato di minimo 10 persone, giornalisti con tessera professionale, bambini sino ai 6 anni, disabili con loro accompagnatori, guide turistiche, funzionari di Pubblica Sicurezza.

Segreteria mostra, info e prenotazioni per visite guidate ed offerte
Roberta Tucci - roberta.tucci@comune.bagno-a-ripoli.fi.it; +39 3355428515

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