Enogastronomia/ARTICOLO

A Pisa gli Oscar della cucina italiana

 Giovedì 6 settembre spazio al Premio Enogastronomico Internazionale "Piazza de'Chavoli"

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
La 12 edizione del Premio Enogastronomico Internazionale “Piazza de’ Chavoli”  si celebrerà giovedì prossimo alle ore 18.15 nel “Salone del Consiglio dei XII” del Palazzo dei Cavalieri di S. Stefano a Pisa che sarà  - per un giorno  - la regina dei sapori della tradizione made in Italy. I vincitori del prestigioso riconoscimento saranno insigniti del cosiddetto “Oscar della Cucina Italiana”. Cuore e mente del premio sono Umberto Moschini e Pier Luigi Pampana, rispettivamente, Coordinatore e Presidente dell’Associazione Cuochi Pisani che  - grazie alla collaborazione con la FIC (Federazione Italiana Cuochi) hanno condotto alla nomination di personaggi che operano, a vario titolo per la difesa e l’affermazione dell’enogastronomia italiana nel mondo e che andranno ad arricchire un Albo d’Oro semplicemente prestigioso. “
Siamo orgogliosi – ha dichiarato Gina Giani, Amministratore Delegato e Direttore Generale SAT – di continuare a promuovere questa iniziativa di alto livello, volta alla valorizzazione del territorio toscano e delle sue eccellenze enogastronomiche, che da sempre attraggono un alto numero di turisti da tutto il mondo. Come porta di accesso alla Toscana, il Galilei di Pisa è lieto di presentare un così noto e significativo premio, che ormai da dodici anni coniuga la storia della propria città con l'attività enogastronomica, iscrivendosi allo stesso tempo in un panorama nazionale, europeo ed internazionale”.
"Alla base del premio – afferma Umberto Moschini - vi è la consapevolezza del vivere in un’epoca di continue trasformazioni dei gusti, a discapito della genuinità delle cose. Per correre dietro a mode, spesso soltanto mediatiche, si operano trasformazioni ed adulterazioni dei prodotti, spinti soltanto da interessi economici e di mercato, giocando sulla facilità di far breccia nella individuale, evanescente e spesso approssimata cultura enogastronomica. Se approfondiamo questa “moda” comportamentale risaltano le fantasie creatrici di piatti considerati al top perché ideati da presunti grandi chef che sono certamente abilissimi comunicatori, ma che farebbero molto meglio, prima di entrare in cucina, a ripassare l’Artusi e a ricercare l’essenza dei saperi&sapori nelle semplici ricette delle nonne”. 

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