Si chiama “fitorisanamento” e rappresenta l’insieme dei metodi di recupero ambientale basati sui vegetali nella decontaminazione delle aree inquinate. A questo è dedicato il meeting internazionale “Environmental Pollution and Clean Bio/Phytoremediation”, organizzato dal dipartimento di Biologia delle piante agrarie dell’Università di Pisa. Soluzioni ecocompatibili ed economicamente sostenibili a confronto, da domani a sabato 19 giugno.
“L’inquinamento di aria, acqua e suolo - spiega Riccardo Izzo, docente del dipartimento di Biologia delle piante agrarie e membro del comitato organizzativo del convegno - è un problema mondiale, con importanti conseguenze per la salute umana e per l’ambiente. Per tutelare il funzionamento e la salubrità degli ecosistemi e per limitare gli effetti negativi sull’umanità, risulta necessario individuare, mettere a punto e perfezionare nuove tecnologie di ripristino ambientale”.
Accanto alle tecniche di tipo chimico e fisico, gli esperti hanno individuato alcuni metodi di decontaminazione basati sull’uso delle piante: “Le piante sono capaci di degradare numerose sostanze chimiche inquinanti (metalli, idrocarburi, fitofarmaci) e di accumularne altre, sottraendole alla disponibilità ambientale - continua il professor Izzo - Nel corso della loro vita, le piante instaurano anche stretti rapporti con alcuni microrganismi del suolo. Questi organismi, tipicamente funghi e batteri, possono svolgere un ruolo rilevante negli interventi di fitorisanamento, aiutando le piante a superare lo stress dovuto alla presenza degli inquinanti”.
Info: Riccardo Izzo, tel.: 050 2216633/601, ricizzo@agr.unipi.it, http://epcr2010.azuleon.org/welcome.php