Subito 400 milioni, un miliardo a regime. 150 milioni per la siderurgia, con la linea di produzione spostata nella zona di Padule. Al porto nascerà uno spazio dedicato all'area logistica (150 milioni) e all'agroindustria (100 milioni subito ed altri 600 milioni in una seconda fase). Prenderà il posto dell'acciaieria. La bonifica inizierà da subito. Tre o quattro aziende lavoreranno in contemporanea fare il grosso del lavoro in sei mesi. 1.860 dipendenti vengono riassunti da subito.
Questi i progetti messi in campo dal gruppo algerino Cevital, con il presidente Issad Rebrab, per il rilancio delle ex-acciaierie di Piombino. Non solo acciaio, dunque. Ma anche agroalimentare. Come era circolato da tempo.
"Cevital – spiega il presidente della Regione Enrico Rossi - si è impegnata a fare di Piombino un centro logistico e agroalimentare per l'import e export e la produzione di etanolo, mangimi, succhi di frutta, e zucchero: un centro di riferimento per l'intero Mediterraneo e per tutto il mondo".
"Investiremo sulla ricerca e lo sviluppo – racconta il consulente di Cetival per l'Italia Farid Tidjani – è essenziale perchè Piombino non chiuda tra otto e dieci anni. E noi qui a Piombino vogliamo rimanere a lungo".
Tant'è che si punta ad una collaborazione con l'università di Pisa e il politecnico di Torino. E' stato Tidjani, che da trent'anni abita a Novara, a far scoprire il sito livornese, galeotto il matrimonio del figlio in Toscana. Obiettivo: farne un centro di riferimento mondiale.