Made in Toscana/ARTICOLO

Acquacoltura: la Toscana punta sulla ricerca di nuove specie

I progetti hanno riguardato in particolare la ricciola, il polpo, la sogliola, il persico reale, il latterino e il monitoraggio dell’anguilla

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Venerdì 20 gennaio a Grosseto, nella sede dell’ Hotel Granduca, in  via senese 170, si tiene la presentazione dei progetti di ricerca per lo sviluppo dell’Acquacoltura Toscana. L’iniziativa, promossa dalla Regione Toscana, vedrà la partecipazione dell’assessore Gianni Salvadori. Sarà l’occasione per fare il punto sullo stato della ricerca per l’allevamento di alcune specie ittiche, tra le quali la ricciola, il polpo, l’anguilla e la sogliola e per il miglioramento dell’impatto ambientale degli impianti di allevamento ittico.

In questi anni la Regione Toscana – ricorda l’assessore Salvadori – ha promosso una intensa attività di ricerca nel settore dell’acquacoltura con l’obiettivo di consolidare il comparto e promuoverne lo sviluppo attraverso la messa a punto di attività innovative.
Particolare attenzione è stata posta  sia alla diversificazione delle attività produttive sia alla salvaguardia ambientale.
La diversificazione delle specie allevate rappresenta infatti – continua Salvadori -  una delle strategie più efficaci per lo sviluppo dell’acquacoltura marina in Mediterraneo. Allo stesso tempo la Regione Toscana ha sostenuto  progetti di ricerca per la valutazione dello stato dell’ambiente nelle  aree interessate dalla presenza degli  impianti produttivi
.”

I progetti di diversificazione produttiva hanno riguardato in particolare la ricciola, il polpo, la sogliola, il persico reale, il latterino e il monitoraggio dell’anguilla. Quest’ultima è una  specie dichiarata dalla Comunità Europea  già dal 1998 “oltre i limiti biologici di sicurezza”. “Per questa specie l’allevamento in un sistema misto – osserva  Salvadori – potrebbe essere una possibile soluzione al ripopolamento dell’anguilla nella nostra Regione.”
Per quanto riguarda gli aspetti legati all’impatto ambientale il convegno sarà l’occasione per illustrare, fra l’altro, il progetto “Biotoscanaacqua” che ha proposto l’applicazione di nuove ed interessanti biotecnologie per il trattamento delle acque reflue di impianti di itticoltura.
L’itticoltura toscana produce circa 4 mila tonnellate annue di pesce, derivanti per oltre il 78% dagli allevamenti di specie marine realizzati negli impianti a terra e nelle gabbie off-shore e per il 21,5% da specie di acqua dolce.
I lavori del convegno inzieranno alle 9,30 per concludersi alle 13.