Va ad Antonio Scurati – e all’appassionato ritratto di Leone Ginzburg che restituisce col romanzo “Il tempo migliore della nostra vita” (Bompiani) – il premio Viareggio-Rèpaci 2015 per la narrativa. Insieme allo scrittore napoletano sono stati assegnati riconoscimenti anche a Franco Buffoni – nella sezione poesia – per il suo “Jucci” (Mondadori), una silloge dedicata a una donna amata morta prematuramente e, per la saggistica, a Massimo Bucciantini, che in “Campo dei fiori” (Einaudi), racconta le discussioni, le speranze e i timori che alla fine dell’Ottocento hanno accompagnato l’installazione della statua di Giordano Bruno nella piazza romana che dà il titolo al libro.
La giuria dell’ottantaseiesima edizione del premio, presieduta da Simona Costa e composta da venti membri, ha assegnato inoltre il premio “Viareggio-Versilia” all’autrice statunitense di origini bengalesi Jhumpa Lahiri, premiata per il suo “In altre parole” (Guanda), il libro scritto direttamente in italiano in cui racconta il suo rapporto d’amore con la nostra lingua.
Antonio Scurati si dice particolarmente felice del riconoscimento, anche perché “il mio romanzo narra la vita di Leone Ginzburg, che fu non solo un eroe della Resistenza ma anche un eroe del Libro. Per lui l’opposizione alla brutalità della dittatura fu una cosa sola con la creazione della cultura attraverso i buoni testi (non tutti i testi). Vorrei perciò dedicare idealmente questo premio – aggiunge lo scrittore – ai milioni di insegnanti e a tutti quelli che, come Ginzburg, credono ancora nella possibilità di incivilire la nostra gente tramite la lettura, la scrittura, la cultura”.
Nella terna dei finalisti per la sezione narrativa, oltre a Scurati, c’erano Paola Capriolo (“Mi ricordo”, Giunti) e Maurizio Torchio (“Cattivi”, Einaudi).