E' possibile mantenere il controllo a lungo termine della replicazione del virus Hiv, responsabile dell'Aids, senza che il paziente sviluppi lo stato di malattia conclamata, grazie a un intervento farmacologico precoce che permette di limitare, sino ad 'azzerare', la viremia e di allontanare lo spettro dell'Aids. Lo ha rivelato Gianfranco Pancino, direttore emerito della ricerca Inserm all'istituto Pasteur di Parigi, durante un seminario organizzato nel ciclo 'Orizzonti in Biologia e Medicina' rivolto agli allievi ordinari di Scienze mediche della Scuola Sant'Anna di Pisa.
Ovviamente questo non significa che tutte le persone sieropositive, oggi già in trattamento con farmaci antiretrovirali, possano sospendere la terapia, ma il dato è giudicato particolarmente interessante e può, in prospettiva, promuovere ancora di più l'utilizzo del trattamento precoce dell'infezione da Hiv, come strategia preventiva dell'Aids.
L'approccio sperimentale utilizzato da Pancino nasce dall'osservazione clinica di alcuni pazienti che, pur avendo contratto l'infezione da Hiv, non sviluppano l'Aids, oltre che di rari soggetti che, seppure fortemente esposti al rischio infettivo, non contraggono l'infezione, ispirando il disegno di nuovi approcci terapeutici capaci di indurre una resistenza all'Hiv.
''Questi dati - spiega Vincenzo Lionetti, coordinatore del ciclo seminariale - incoraggiano futuri studi di ricerca volti a concedere uno sprazzo di luce ai pazienti che hanno contratto l'infezione da Hiv. Nell'attesa di ulteriori passi nella conoscenza e nello sviluppo di una terapia precoce è importante non abbassare la guardia, non sottovalutare i fattori di rischio e attenersi a consolidate norme di prevenzione''.