Cultura/ARTICOLO

Al Festival di Venezia spazio al cinema toscano

A tenere alta la bandiera toscana è la presenza delle sorelle Alice e Alba Rohrwacher. Applausi per l'interpretazione di Edoardo Gabriellini nel film Banat

/ Elisabetta Vagaggini
Lun 7 Settembre, 2015
Alba Rohrwacher

Tappeto rosso, fotografi, star, giovani autori e maestri affermati. Glam, aperitivi, incontri e interviste. La Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia è questo e tanto altro. E' la magia di un sogno chiamato cinema, che rivive ogni anno in una località, il Lido, dove il tempo sembra essersi fermato, testimone deii fasti di un'Italia in bianco e nero, punteggiato da ville e hotel che in pochi si potevano - e si possono - permettere.

Il rito si sta ripetendo in questi giorni, con la 72esima edizione del festival, che si terrà fino al prossimo 12 settembre. E in un programma dedicato in buona parte agli esordienti, presenti in gran numero, come mai era avvenuto in passato, e dove la guest star attesa e osannata - e poi in parte criticata - è stata Johnny Depp, protagonista del film fuori concorso Black Mass, un piccolo spazio è dedicato anche agli artisti toscani.

Il 3 settembre è stato presentato il corto di Alice Rohrwacher, De Djess, realizzato nell'ambito del progetto "Miu Miu Women's Tales" delle Giornate degli Autori. che vede protagonista la sorella, Alba Rohrwacher. De Djess non vuol dire niente: nel corto, di 15 minuti, realizzato con una sceneggiatura sperimentale, si parla in una lingua inventata e la protagonista è una star, che vive assediata dai fotografi in un hotel da sogno, in crisi per la scelta degli abiti portati dal mare. Una critica alla vacuiità dello star system e dei suoi meccanismi? Il significato del corto rimane aperto.

Venerdì 4, mentre uno stuolo di ragazzine campeggiavano di fronte al red carpet per aspettare l'arrivo del "pirata" Depp, che si sarebbe presentato solo la sera, nel primo pomeriggio ha inaugurato le Settimana della Critica il film Banat, Il Viaggio, di Adriano Valerio. Un film girato tra la Puglia e la Romania e che racconta di giovani in fuga da un'Italia in crisi, in cerca di un futuro lavorativo migliore - e anche sentimentale, visto che come diceva Adrano Celentano "chi non lavora non fa l'amore" - ma che in parte parla toscano. Uno dei produtttori è infatti pratese, si chiama Emanuele Nespeca, attivo da anni in campo cinematografico con la sua Solaria film e il protagonista è Edoardo Gabriellini.

Inizia il film e si sente la voce fuori campo di Gabriellini che dice "sono arrivato in Puglia nel 1982" e fai un balzo sulla sedia perchè quella voce te la ricordi troppo bene: è quella del ragazzo protagonista di Ovo Sodo di Virzì, il film che ha lanciato l'attore toscano. Ma Gabriellini in questo film si smarca molto bene dal film che che lo ha reso noto e dai clichés dai quali a volte è difficile smarcarsi e tira fuori il meglio di sé, con una recitazione che calza bene nel personaggio di un agronomo che qui in Italia non trova lavoro e che si ritroverà a fare in suo mestiere in un'azienda agricola romena. Il film scorre bene e al termine riceve molti applausi, meritati.

Domenica è stata la volta della presentazione al Venice Film Marcket del film Villa Triste, di Fabrizio Favilli. Un film che ha avuto una gestazione lunga, con cinque anni di lavorazione, quattro milioni di budget e circa seicento persone impiegate, tra cast artistico e tecnico. Il film ripercorre la tragica pagina del nazi-fascismo a Firenze, quando una villa in via Bolognese fu definita appunto "Villa Triste", in quanto il luogo dove i nazifascisti svolgevano interrogatori e torture ai partigiani cattuarti. Protagonisti del film, Gabriele Tiziani che interpreta Mario Carità e Simone Faucci nel ruolo di Bruno Fanciullacci.

Ma la grande attesa per il red carpet degli artisti toscani a Venezia è per martedì 8, quando sarà presentato uno dei quattro film italiani in concorso: Sangue del mio sangue, di Marco Bellocchio, che vede tra i protagonisti Alba Rohrwacher, interprete  a fianco di Filippo Timi e Pier Giorgio Bellocchio.