Cultura/ARTICOLO

Alessandro Bulgini “Decollato”

Si apre sabato 27 alla Galleria Nicola Ricci arte contemporanea, Carrara

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Alessandro Bulgini “Decollato”
Considerazioni sul visibile e l’invisibile. La rivelazione nell’autoritratto.
Dal lungo ciclo di lavori “Hairetikos”, sintesi mai risolta tra figurazione e astrazione nasce la nuova serie di opere di Alessandro Bulgini.
Nel ciclo precedente due dimensioni coesistono: l’astrazione del monocromo nero lucido e specchiante, e la figurazione nella sua veste più antica; due dimensioni che non entrano mai in contatto, la presenza dell’una esclude l’altra. Due mondi paralleli che il fruitore può penetrare come un medium capace di mettersi in contatto con l’invisibile. Un’indagine sulla lateralità, su coloro che “ capaci di scegliere” e lo fanno restando in disparte, invisibili se non si vuole vedere.
Oggi Bulgini non abbandona né “la necessità dello sguardo, necessità di guardare alla raffigurazione in sé, né la necessità di vedere ciò che non viene raffigurato. E’ occasione per un ripensamento di alcune specificità, come l’importanza delle icone, quel che infatti vediamo in un’icona è l’economia di ciò che non vediamo; essa è uno stimolo tanto a vedere quanto a pensare ciò che non è visibile”.
L’artista come icona.
Decollato è l’artista. La testa rotante su un piatto d’argento. La rivelazione nell’autoritratto.
Decollato è il corpo senza testa, Decollato è l’artista che abbandona il terreno sicuro e spicca il volo.
La testa servita su un vassoio d’argento ruota in base all’altrui volontà, ruota e si ferma come una bussola indicando, laddove mancano i punti di riferimento, una strada possibile, una scelta possibile, perché l’ “Hairetikos” è colui che vanta ancora la possibilità di scegliere.
L’artista è profeta e messaggero; è colui che riceve la rivelazione ed è incaricato di comunicarla. Veggente e visionario si fa portatore di rivelazioni private contemporanee; l’artista si riappropria del ruolo di profeta dell’ invisibile.
La decollazione è perdita e separazione ma anche espiazione e santificazione quale passaggio dal peccato allo stato di grazia. Il culto estetico, religioso, erotico della testa, va di pari passo con la decollazione reale o metaforica. La testa rappresenta l’identità. L’ immagine teofanica non vale per la sua forma visibile ma per l’effetto che scaturisce dalla sua visione e la possibilità di creare visioni possibili, scelte possibili è anche ed ancora nel XXI secolo il compito dell’artista.


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