Cultura/ARTICOLO

Alla scoperta del bacino del Serchio

Natura, sport e storia lungo i fiumi della Garfagnana

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

Il Serchio è uno dei maggiori fiumi toscani, secondo solo all’Arno e all’Ombrone grossetano. La circolazione ipogea dei numerosi affluenti, unita alle precipitazioni con alte medie annuali ne caratterizzano la portata, sicuramente una delle più elevate di tutta la Regione. Il fiume nasce nell’alta Garfagnana, alla confluenza di alcuni torrenti tra i quali il Serchio di Rimaggio e il Serchio di Gramolazzo. Questo ramo, che proviene direttamente dalle Alpi Apuane, attraversa alcuni dei luoghi più interessanti della Garfagnana come la Val Serenaia, caratterizzata da un folto bosco di abeti, faggi e lecci, e visitata ogni anno da migliaia di turisti. Più a valle questo fiume si getta nel lago di Gramolazzo un bacino idroelettrico, in cui si può fare il bagno e dove si può pescare e noleggiare barche e canoe. In estate qui si svolgono anche gare di vela. In località Piazza al Serchio, il Serchio di Gramolazzo si incrocia con il Serchio di Sillano. Nel fondovalle il fiume riceve invece l’apporto di numerosi affluenti: in località Castelnuovo entrano nel Serchio la Turrite Secca e la Turrite di Gallicano, molto nota ai frequentatori della Grotta del Vento, una degli antri preferiti dagli amanti del turismo geologico. Il corso del fiume è arricchito inoltre da molti torrenti provenienti dall’Appennino tra cui il Sillico, il Ceserano, l’Ania ed il Fegena, che taglia nel suo corso superiore l’Orrido di Botri, una delle aree naturalistiche più spettacolari della Toscana. L’affluente più importante del Serchio è la Lima, che nascendo dal Passo dell’Abetone, si ricongiunge al principale corso garfagnino in località Borgo a Mozzano nei pressi del celeberrimo Ponte del Diavolo. La Lima è considerata uno dei migliori torrenti della Toscana per gare canoistiche ed è inoltre stata sfruttata a fini industriali. Sul suo corso si trova infatti la famosa cartiera Cini, un grande stabilimento nato nel 1822 in località Piteglio (Montagna Pistoiese) e attivo fino al Secondo Dopoguerra. Oggi questa fabbrica rappresenta uno dei migliori esempi di archeologia industriale del bacino del Serchio nel quale il settore cartario occupa oggi un ruolo centrale, con un distretto di ben 132 imprese (il 45% del totale della carta industriale italiana è prodotto a Lucca). A Piteglio, a testimonianza del lavoro di tante generazioni di cartieri rimane oggi, oltre al vecchio stabilimento, l’imponente rullo in granito che spianava i fogli, che gli abitanti della montagna hanno deciso di collocare in una piazzetta del paese, per ricordare ai frettolosi sciatori che si avviano all’Abetone, il glorioso passato industriale del paese. Il Serchio sfocia nei pressi di Torre del Lago dopo essere entrato nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore. In generale la qualità delle acque del fiume sono molto migliorate negli ultimi anni, con grande beneficio anche della fauna ittica: il Serchio è uno dei fiumi più pescosi della Toscana, indicato soprattutto per gli appassionati della trota.