Cultura/ARTICOLO

Alle radici di Paolo Virzì

Il regista livornese rivisitato da Claudio Frontera

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Alla mostra del cinema di Venezia, nel 1997, alla presentazione di “Ovosodo”, opera seconda di Paolo Virzì, il Tirreno pubblicò un articolo a firma di Claudio Frontera, con la specificazione: “Da un inviato molto speciale”. In effetti Frontera era allora, da tre anni, presidente della Provincia di Livorno, e lo è stato fino al 2004. Ha accompagnato quindi tutta la crescita artistica di Paolo Virzì, fin dall’uscita de “La bella vita”, che Frontera recensì, ancora nel Tirreno, nel 1994. Questa sorta di piacevole abitudine non si è interrotta neppure dopo la conclusione del mandato istituzionale – oggi Claudio Frontera è presidente di Fondazione Sistema Toscana – e infatti pochi giorni fa Il Tirreno ha pubblicato l’articolo di Frontera sul bellissimo film di Virzì “La prima cosa bella”. Interpretazioni, quelle di Claudio Frontera sui film del conterraneo regista livornese, che appaiono sempre connotate di un valore aggiunto dato non solo dalla conoscenza tra i due, ma anche da una sorta di feeling culturale, di una chiave di lettura comune, attraverso il quale un politico e un regista hanno letto, negli anni, una contemporaneità in piena evoluzione. A Livorno, in Toscana e nel mondo. Oggi che la poetica cinematografica di Paolo Virzì appare all’apice del cammino, la rilettura delle testimonianze di Frontera, rappresenta un’opportunità originale per ripercorrere le tappe del percorso di successo del regista toscano.

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