Musica/ARTICOLO

Alone vol.1, il primo disco perpetuo di Gianni Maroccolo

Dopo aver fondato i Litfiba e i Csi, esce la nuova produzione del musicista fiorentino. Ogni sei mesi un nuovo capitolo. Special guest Iosonouncane e Edda

/ Redazione
Lun 17 Dicembre, 2018
Nuovo album solista per Gianni Maroccolo

Un album che celebra l’infinito e suona all’infinito. Un viaggio radicale e ambizioso che solo alcuni visionari compositori possono permettersi. È appena uscito per Contempo Records "Alone vol.1", primo capitolo del nuovo progetto solistico di Gianni Maroccolo, musicista, compositore e produttore che ha cambiato la scena musicale italiana fondando i Litfiba negli anni ’80 (insieme a Piero Pelù, Ghigo Renzulli, Antonio Aiazzi e Ringo De Palma) e i Csi nel decennio successivo, proseguendo poi con innumerevoli produzioni e collaborazioni artistiche, in cui la sua musica ha spesso dialogato con il cinema, il teatro, l’arte contemporanea e la scienza.

Alone, quasi 50 minuti in sei tracce, è un «disco perpetuo» come lo definisce lo stesso Marok. Non un album isolato ma un percorso sonoro unico e senza fine, articolato in molteplici tappe con cadenza semestrale: il 17 dicembre e il 17 giugno di ogni anno verrà pubblicato un nuovo episodio di un’avventura che alle psichedeliche creazioni musicali di Gianni affianca le splendide illustrazioni dell’artista visivo Marco Cazzato e i racconti visionari e immaginifici dello scrittore e critico musicale Mirco Salvadori. E, come in tutti i viaggi, in cui sempre si incontra qualcuno, Maroccolo incrocerà lungo la traiettoria altri compagni d’avventura.

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A partire da questa prima tappa con Jacopo Incani, meglio noto come Iosonouncane, e Stefano Rampoldi, in arte Edda. Insieme a Iosonouncane – cantautore, musicista e produttore fra i più ricercati della nuova scena, premio tenco nel 2015 – l’autore toscano ha composto, suonato e manipolato una tribalissima suite, cosmica e sonica come Tundra: oltre 17 minuti di ritmi ipnotici e suggestioni che spaziano dal free jazz alla musica da rave party. Con Edda – figura culto della storia del rock indipendente italiano, fin dal suo esordio negli anni’80 come voce dei Ritmo Tribale – ha realizzato invece il brano di ispirazione induista Altrove, un mantra di buon auspicio, psichedelico e spirituale, attraversato da una voce inimitabile e accarezzato da sitar e esraj suonati da Beppe Brotto. Ma Alone, che si apre con Cuspide, traccia ruvidamente noise, a tratti malinconica, a tratti quasi sinfonica, ospita anche la tromba mariachi di Enrico Farnedi e la voce profonda di Luca Swanz Andriolo, entrambi presenti in Sincaro, la seconda degli unici due brani cantati. Su tutto, aleggia il ricordo di Claudio Rocchi, fra i protagonisti assoluti del rock progressivo italiano degli anni ’70, prematuramente scomparso nel 2013 e legato a Maroccolo soprattutto per il progetto VdB23/Nulla è andato perso.

Alone è un lavoro che annulla la linearità del tempo: da un lato perché ci riporta alle origini di Marok, al suo essere giovane studioso di fonologia a Firenze e compositore elettronico, prima dell’avventura Litfiba; dall’altro perché non finirà mai e perché già oggi sembra il suono di mondi a venire. Un lavoro trascendente, una riflessione sulla bellezza dell’universo e sulla sua lingua primaria: la musica. In sintesi: l’essenza estetica e concettuale di Gianni Maroccolo.

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