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Ambiente: contro le specie "aliene" In Toscana nasce 'Life ASAP'

Dal gambero della Louisiana al punteruolo rosso, dal pesce siluro alla testuggine americana, le specie aliene invasive colonizzano la Toscana, danneggiando il paesaggio e la biodiversità locale, con possibili rischi anche per la salute dei cittadini

/ Redazione
Mer 5 Luglio, 2017
Punteruolo rosso

157 invertebrati, 47 vertebrati, 363 piante: sono almeno 567 le specie aliene invasive diffuse in Toscana.  Introdotte dall’uomo accidentalmente o volontariamente al di fuori dell’area di origine, le specie aliene invasive sono sempre più presenti anche in questa regione, con un impatto notevole sull’ambiente e sulla biodiversità, ma non solo: la stima dei costi sociali ed economici di questo fenomeno supera infatti i 12 miliardi di Euro ogni anno nella sola Unione Europea.

Per frenare la diffusione delle specie aliene invasive e aumentare la consapevolezza della cittadinanza sul tema, è nato il Life ASAP (Alien Species Awarness program) – il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da ISPRA, che vede coinvolti in qualità di partner la società Nemo Srl di Firenze, Regione Lazio (Direzione ambiente e sistemi naturali), Federparchi, Legambiente, Unicity Srl e Università di Cagliari, con il cofinanziamento del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei Parchi nazionali tra i quali l’Arcipelago Toscano, oltre al Parco dell’Aspromonte, Appennino Lucano e Gran Paradiso.

Tra gli alieni maggiormente diffusi in Toscana c'è il gambero rosso della Louisiana, spesso conosciuto al pubblico con il nome di 'gambero killer' diffuso in tutte le province ma in particolare nella piana tra Firenze e Prato e nelle zone umide (Fucecchio, Massaciuccoli) dove danneggia gli ecosistemi naturali, gli argini dei corsi d’acqua e le attività di acquacoltura. Il gambero killer presenta molti rischi a causa della capacità di accumulare nei propri tessuti metalli pesanti e tossine e potenzialmente, di trasmettere alcune malattie infettive. È un vorace predatore in grado di nutrirsi a spese di animali e piante raggiungendo spesso elevate densità. Già da tempo la specie è stata inserita nella lista DAISIE (Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe) che include le 100 peggior specie invasive in Europa.

Proprio la Toscana sembra essere stata la “porta d’ingresso” in Italia per il punteruolo rosso coleottero originario dell’Asia tropicale comparso nel bacino del Mediterraneo nei primi anni ’90, rinvenuto per la prima volta nel nostro Paese in provincia di Pistoia nel 2004 in seguito all’importazione di palme infestate dall’Egitto in un vivaio. A rendere problematica la vita nei fiumi toscani anche il pesce siluro, una specie originaria dell’Europa centro settentrionale e dell’Asia Minore che nei nostri corsi d’acqua raggiunge lunghezze tra uno e due metri. È un formidabile predatore che si nutre di pesci, ma anche di piccoli uccelli e mammiferi. In Toscana il siluro è apparso alla fine degli anni ’80 nei laghetti privati di pesca sportiva in provincia di Firenze. Attualmente si ritrova nel fiume Arno e nel Serchio.

A minacciare gli ecosistemi di fiumi e laghi è anche la rana toro Americana che può raggiungere i 20 cm di lunghezza e oltre 1.5 kg di peso. In Italia la specie, che è inclusa nella lista dell’Unione Europea delle specie di rilevanza unionale, è stata importata la prima volta per fini gastronomici nelle acque di Corte Brusca (Mantova) intorno al 1935 e da qui, per naturale espansione o successive immissioni, si è diffusa in buona parte della Pianura Padana. La popolazione toscana deriva da esemplari giovani provenienti dagli Stati Uniti immessi nelle acque del Fosso Vermiglia (Quarrata, Pistoia) all’inizio degli anni ‘70. La rana toro è un portatore del fungo Batrachochytrium dendrobatidis, che rappresenta al momento la più rilevante minaccia a livello globale per la sopravvivenza degli anfibi.

La testuggine palustre americana originaria di un ampio territorio degli Stati Uniti centrali e sud-orientali, è stata introdotta in numerosi paesi a fini ornamentali. Segnalata inizialmente negli anni ‘70 in Abruzzo, attualmente il suo areale sembra in costante espansione, tanto che oggi è presente in quasi tutte le regioni italiane.Questa specie aliena può causare un forte impatto sull’autoctona testuggine palustre europea ed è portatrice di vari sierotipi di Salmonella enterica, che possono essere trasmessi anche all’uomo.