Cultura/ARTICOLO

Angelo Maria Bandini e il "museo sacro"

In mostra la raccolta di opere di uno dei collezionisti più importanti della seconda metà del Settecento

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Jacopo del Sellaio, Trionfo dell’Amore, 1485-1490 ca, Fiesole, Museo Bandini
Il canonico Angelo Maria Bandini, letterato, antiquario e storico, fu uno dei protagonisti della vita culturale toscana della seconda metà del Settecento. E se oggi viene opportunamente ricordato è soprattutto in virtù del suo fiuto pionieristico per i cosiddetti Primitivi e per la spettacolare collezione di preziosi ‘fondi oro’ e splendide robbiane che donò alla sua Fiesole e che oggi costituisce il sancta sanctorum del museo a lui dedicato.
Si tratta dunque di una raccolta che partecipa a pieno titolo alle Stanze dei Tesori, il percorso espositivo che l’edizione 2011 della collana Piccoli Grandi Musei, promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, riserva agli eroi del collezionismo e alle loro predilette creature.

LE OPERE
Per valutare la galleria Bandini basta, tra le molte, citare le opere di Taddeo Gaddi e Bernardo Daddi, diretti seguaci di Giotto, o gli allievi dell’Orcagna, in particolare Nardo di Cione con quel capolavoro che è La Madonna del Parto. C’è anche un vetro dipinto di scuola giottesca (la Pietà), ci sono i dipinti di Lorenzo e Neri di Bicci, di Lorenzo Monaco, c’è la scuola del Beato Angelico con Andrea di Giusto Manzini e Domenico di Michelino. Ci sono le spalliere dipinte con I trionfi di Jacopo del Sellaio, allievo di Filippo Lippi, unica opera di tema profano della raccolta, fedele trasposizione in pittura dell’omonimo poema di Francesco Petrarca.
La stessa collezione di terrecotte invetriate conferma il fiuto eccezionale del canonico. Una delle più belle e tra le sue preferite, è il Sant'Ansano di Andrea della Robbia. A Luca della Robbia il Giovane va invece attribuito il tondo San Giovannino. Uno dei pezzi più spettacolari è la Cornice di specchio con ghirlanda realizzata nel 1520, forse nella bottega di Giovanni della Robbia. Non basta. Tra le opere di recente restaurate c’è il rilievo in stucco tinto a bronzo (Adorazione dei pastori) realizzato dal Giambologna come apparato effimero per il portale della cattedrale di Firenze.

ANGIOLO MARIA BANDINI
Questo e tanto altro ancora costituisce la Stanza dei tesori di Angiolo Maria Bandini, uomo di fede, ma anche d’intelletto. Nacque appunto a Fiesole nel 1726. Fece studi umanistici e storici, che contribuirono a formarne l’amore per l’antichità e il collezionismo. Già a metà del secolo i suoi scritti davano conto di un’educazione erudita ed eclettica, dalla letteratura alla scienza, non senza spiccati interessi per arte e archeologia. Determinante, dal 1748, il soggiorno a Roma dove entrò nel circolo del cardinale Alessandro Albani frequentato, tra gli altri, dal celebre archeologo Johann Joachim Winckelmann e dal pittore Anton Raphael Mengs.

Grazie alle pubblicazioni degli anni romani, nel 1752 fu chiamato a Firenze a dirigere la Biblioteca Marucelliana appena aperta al pubblico.
Ordinato sacerdote, nel 1756 divenne canonico della chiesa di San Lorenzo e responsabile della Biblioteca Medicea Laurenziana. Incarico che coprì con intelligenza e attivismo, istaurando anche una fitta rete di rapporti internazionali con eruditi, antiquari e collezionisti.
Fu in quegli anni che Bandini iniziò la sua eccezionale raccolta. In seguito progettò di darle un assetto organico per esporla al pubblico e nel 1795 acquistò perciò a Fiesole il complesso di Sant’Ansano, costituito da un oratorio dell’XI secolo e da una piccola casa dove, ormai pensionato, andò ad abitare. Ristrutturò l’oratorio in forma di chiesa antica, utilizzando anche mensole trecentesche provenienti dal Battistero di Firenze, e vi dispose dipinti e robbiane. In casa sistemò invece la collezione di libri e antichità.

Il suo obiettivo, d’impronta illuminista, era di documentare la storia dell’arte toscana dalle origini bizantine. E avendo raccolto un numero considerevole di fondi oro oggi di gran valore, contribuì a creare le premesse per il recupero della pittura due -trecentesca, all’epoca poco considerata, e delle stesse terrecotte invetriate che solo molti anni dopo sarebbero state apprezzate pienamente.

Morì nel 1803 lasciando tutto al Capitolo del Duomo di Fiesole. La collezione rimase in Sant’Ansano fino al 1913 quando il museo fu trasferito nella nuova sede, la palazzina neo rinascimentale dietro la Cattedrale, dove tutt’oggi si trova. Riallestimento in ordine cronologico e restauro risalgono rispettivamente al 1990 e al 2004. Nella prima sala del museo sono state esposte opere di rilevante qualità provenienti dal territorio della Curia fiesolana quali il grande tondo di Luca Signorelli Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Benedetto, la pala d'altare di Francesco Botticini Madonna col Bambino tra Santi, e, una stupenda terracotta dipinta, la Madonna col Bambino, attribuita a Filippo Brunelleschi.

Museo Bandini, Fiesole, via Dupré 1 – Orario: ottobre 10-18; novembre-febbraio 10-14

Per informazioni:
http://www.stanzedeitesori.it/

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