Toscana e governo ai ferri corti sull'apertura di nuovi supermercati sul territorio regionale. La Regione pone un freno alla trasformazione delle strutture agricole dismesse in centri commerciali. Il governo lo interpreta come “un ostacolo alla libera concorrenza”.
In ballo c'è la nuova legge urbanistica, approvata dal parlamentino toscano il 10 novembre scorso. Una normativa che sottopone l'apertura di medie e grandi strutture di vendita al vaglio di una conferenza di co-pianificazione di cui fanno parte Comune, Provincia, Città metropolitana e Regione.
Il governo contesta questa procedura e la impugna davanti alla Corte costituzionale perché, a suo avviso, contrasta con l'articolo 117 della Costituzione sulla divisione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Saranno i giudici costituzionali a decidere chi ha ragione.
La Regione non è sola nella difesa delle proprie prerogative. Ha dalla sua parte tutte le associazioni del commercio, Confesercenti in testa, che hanno l'interesse a tutelare le imprese locali a conduzione familiare o quasi del territorio.
Ma in realtà uno scontro del genere tra Regione e governo si è già verificato. Risale a due anni fa. Il tema del contendere all'epoca era la legge sul commercio. In particolare: la procedura di autorizzazione con il passaggio dallo sportello unico dei Comuni, il Suap. Vinse la Toscana.
Al di là del sostegno o meno delle associazioni di categoria, la Regione è convinta che non ci sia alcuna lesione della concorrenza legislativa. Motivo: la conferenza di co-pianificazione controlla solo le previsioni urbanistiche di punti vendita di grande o media grandezza. Non ci sarebbe, dunque, nessun aggravio di procedure per gli operatori economici.