Promette di essere una rivoluzione nel campo dell’archeologia subacquea il progetto triennale Arrows (ARchaeological RObot systems for the World's Seas), gestito dall’Università di Firenze e grazie al quale sarà più economica e sicura la mappatura dei fondali, così come gli scavi e la protezione dei siti archeologici sommersi.
L’obiettivo del pool internazionale capitanato dalla Scuola di ingegneria di Firenze era quello di realizzare un robot di piccole dimensioni capace di eliminare i rischi legati alla sicurezza delle campagne sottomarine. Come spiega Benedetto Allotta, ordinario di Meccanica applicata alle Macchine e coordinatore del progetto, “siamo partiti dall’analisi dei bisogni espressi dagli archeologi per realizzare dei robot a costi contenuti e tecnologicamente avanzati, che hanno i loro punti di forza nella semplicità del sistema di controllo e dell’interfaccia utente, oltre che nella capacità di comunicare con altri veicoli subacquei”. Si dovrà aspettare ancora qualche anno per la commercializzazione delle apparecchiature ma, conclude Allotta, “nel breve periodo il veicolo potrà essere impegnato attraverso la collaborazione con l’Ateneo”.
Tra gli strumenti messi a punto grazie ad Arrows uno dei più importanti è “Marta”, una macchina caratterizzata da un’architettura modulare, dotata di un sonar e di due dispositivi in grado di acquisire immagini da vicino con cui ricavare mosaici tridimensionali dei reperti, consentendo agli archeologi di esaminarli senza dover fisicamente esplorare un sito.
Proprio Marta, reduce da alcune recenti spedizioni scientifiche in Sicilia ed Estonia, sarà protagonista di “Eurathlon”, una manifestazione internazionale in programma a Piombino dal 17 al 25 settembre, dove robot marini, aerei e terrestri - realizzati da squadre studentesche di diverse università europee - si sfideranno in uno scenario che simula un incidente in un impianto nucleare costiero, ispirandosi ai tragici eventi di Fukushima.