Le donne artigiane hanno un segreto per far fronte alle difficoltà: fanno rete, si consigliano e si sostengono a vicenda per riuscire a dare sempre il massimo nel loro lavoro.
Nonostante nel 2013 l’occupazione femminile abbia manifestato segnali di recupero e in Toscana, nello specifico, il tasso di occupazione delle donne è aumentato rispetto all’anno precedente, il settore dell’artigianato è quello che soffre di più la crisi.
È con il sacrificio e la dedizione al lavoro che le donne si tramandano il know how di generazione in generazione, mandando avanti l’imprenditoria artigiana femminile.
La qualità, l’originalità e la passione sono le caratteristiche che distinguono l’opera del vero artigiano dalla produzione di massa.
Le produzioni cambiano e si adattano agli acquirenti per far fronte alla massificazione. Questa è la vera sfida dell’artigiano: aprire al mondo il proprio prodotto senza cadere nella standardizzazione.
È così che lavorano le donne e tante sono le storie di imprenditrici che si sono rimboccate le maniche, che hanno adattato le loro creazioni uniche ad una clientela di nicchia.
Carmen Mossa, portavoce della quinta generazione della storica Gioielleria Mossa, che vede le sue origini nel 1850, ha saputo captare e soddisfare i gusti dei suoi clienti seguendo il cambiamento che c’è stato nella produzione dei gioielli, dai materiali alla tecnologia, molto diversi rispetto al passato. Nel suggestivo negozio fiorentino tra la cupola del Brunelleschi e Palazzo Vecchio i suoi prodotti sono molto amati dal pubblico americano, che ha subito intuito la qualità del lavoro, stimolando la creatività e la personalizzazione delle creazioni.
Lo stesso è per Paola Locchi, erede dell’antica Moleria Locchi nell’Oltrarno fiorentino. Fin dalla fine dell’800 il laboratorio restaura e produce oggetti in vetro e cristallo interamente a mano. La Moleria Locchi esporta in tutto il mondo i suoi prodotti. Dal Giappone all’Inghilterra, dalla Francia agli Stati Uniti, la raffinatezza e la cura dei suoi pezzi unici sono molto apprezzate.
Anche Angela Caputi, nell’ideazione della sua bigiotteria artistica dal design inconfondibile, ha preso spunto dal mercato internazionale, interessato ai materiali e all’originalità delle sue creazioni. Il laboratorio di Giuggiù è una vera e propria impresa artigianale al femminile dove lavorano quasi tutte donne in un clima di grande collaborazione e sostegno reciproco, laddove lo Stato non agevola la donna-mamma nell’ambiente di lavoro.
Altra impresa artigiana in rosa è quella del Calzaturificio Masotti. Nato nel 1937 come attività di cappelli di paglia, passò presto alla creazione di scarpe lavorando con gli stessi materiali naturali e più recentemente anche con il cuoio. Avviò, così, un commercio che ha portato il laboratorio alla collaborazione con i marchi famosi, come Ralph Lauren e al grande interesse americano per i prodotti artigianali di qualità.