L'ottavo Treno della memoria è partito ieri puntualissimo alle 12 e 45 verso la sua meta polacca, col suo carico di giovani desiderosi di conoscere, di testimoniare, di confrontarsi con una tragica pagina della storia, quella dello sterminio, dell'Olocausto. Una pagina che pesa e peserà sempre sulle nostre spalle di uomini e donne di un'Europa non ancora al sicuro da rigurgiti, da ricerche di presunti “diversi”, soggetti deboli su cui scaricare le difficoltà, di razzismo e in particolare di antisemitismo, che funziona come un vero e proprio termometro del funzionamento della democrazia e dei rapporti civili.
E' il pensiero espresso dal presidente della Toscana salutando gli oltre seicento tra studenti e insegnanti in partenza, che entrano a far parte della storia di questa iniziativa che ad oggi ha portato circa seimila giovani a vedere e a “vaccinarsi” studiando prima e vedendo poi l'orrore di un male la cui banalità quotidiana si saldava con una ostinata organizzazione di morte, allucinante nella sua terribile perfezione. Secondo il presidente, il bene deve farsi altrettanto ostinato e capace di controbattere punto per punto quanto gli combatte contro; a partire da quei mestatori sempre abili ad insinuarsi nelle crisi per tentare di far risorgere fantasmi di un passato che non muoiono mai del tutto. In tutto questo compito essenziale lo deve svolgere un'Europa capace di parlare non solo di spread, ma di valori e di diritti, forte nella convinzione che non si può arretrare di un solo passo nella difesa delle forme democratiche.
I giovani di oggi devono immedesimarsi nei testimoni di ieri, come quelli che viaggiano anche questa volta con loro, per essere a loro volta testimoni domani, ha aggiunto il coordinatore dell'iniziativa Ugo Caffaz. Questo è il senso del Treno della memoria, ma essere presenti è anche un modo per non lasciare soli nella storia quei tantissimi bambini ebrei morti nelle camere a gas. Un milione e mezzo degli oltre sei milioni di ebrei vittime della Shoah, parte a loro volta dei tredici milioni morti nei campi di sterminio tra prigionieri politici, militari, Rom. omosessuali e disabili.
Cultura/ARTICOLO
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