Firenze Circuit. Oppure Toscana Circuit. Anche perché “Firenze e Toscana sono tra i brand più cliccati sulla rete di tutto il mondo”. Il presidente regionale di Confesercenti Massimo Biagioni non ci gira intorno. Il cambio di nome all'autodromo del Mugello non gli dispiacerebbe. E' una discussione che ogni tanto ritorna a galla, ma è evidente che Biagioni vuole battere il ferro finché è caldo. Mettere Firenze o Toscana al posto di Mugello – assicura - sarebbe “un rafforzamento” dell'immagine del circuito nel mondo perché sarebbe riconoscibile ancora di più. Soprattutto dopo che, nei giorni scorsi, sono stati presentati da Irpet e dal Centro Studi Turistici i dati lusinghieri sull'andamento economico dell'autodromo nel biennio 2011-2012.
Le attività del circuito hanno avuto una ricaduta sul territorio stimata tra i 63 ed i 66 milioni di euro. Che vuol dire posti di lavoro all'interno della struttura, vendita dei biglietti, servizi, costi di gestione e arrivo di turisti negli alberghi della zona. L'autodromo è rimasto aperto 220 giorni l'anno e ha prodotto 310 mila presenze turistiche tra addetti ai lavori e spettatori, ha determinato nella ricettività il 25% d'occupazione dei posti letto, con una spesa totale di circa 26,9 milioni di euro. Il PIL attivato è stato pari all'1,7%.
“La struttura è privata – dice Massimo Biagioni – ma non mi sembra che la società” proprietaria, ossia la Ferrari, “si sia chiamata fuori dal territorio. Anzi, vorrebbe integrarsi di più e vorrebbe che le eccellenze fossero molte di più per offrire sui mercati mondiali un pacchetto di mischia imbattibile: ricettività, ristorazione, commercio, viabilità, servizi, connessioni, comunicazioni e quant'altro può venire in mente. Tuttavia sullo sfondo rimane la questione centrale per lo sviluppo della struttura e dell’area: la Formula 1”.
La questione, dunque, è politica e nazionale. “Bastasse la Ferrari e il suo peso – continua il presidente di Confesercenti -, al Mugello la F1 ci sarebbe stata già. Quindi non basta”. E chiama in ballo la Regione che dovrebbe intervenire con il Comune di Firenze e il presidente del Consiglio. Insomma. I tempi sono maturi. Il presidente di Confesercenti chiede un salto di qualità, l'attaccamento al nome attuale, Mugello Circuit, può essere superato per dare a una “eccellenza” ancora più in evidenza nel mondo.